Un bel palazzo di sei piani con le persiane verdi, le grate del portone principale dei sotterranei lavorate e i balconi stondati in stile Art Déco che ricordano tanto il quartiere El Born di Barcellona. Siamo però a Milano, in viale Abruzzi 75, all'angolo con via Paganini. Ed è proprio da uno di questi sotterranei che venerdì, poco dopo le 20.30, è arrivata alla polizia la telefonata di un italiano di 53 anni, residente a Nizza, che denunciava la scomparsa di una ventina di quadri e di una pelliccia. «Si tratta di tele di autori russi degli anni Trenta» ha precisato il proprietario di questo deposito che in realtà appartiene, come ha precisato lui stesso, all'anziana madre, una 93enne che per problemi di salute da tempo non riesce a passare da viale Abruzzi a dare un'occhiata. L'uomo racconta di aver trovato la porta - che dopo l'ultima sua visita a Milano, i primi di giugno, aveva chiuso con un grande lucchetto - spalancata, i quadri e il prezioso capo d'abbigliamento spariti, come del resto il catenaccio che doveva essere a prova di ladro e molta, moltissima muffa. «Quantificherei la refurtiva in circa 300mila euro» ha quindi concluso il 53enne.
La polizia ha fatto i propri accertamenti. Si è rivolta quindi all'amministratore dello stabile e, non trovandolo, al portinaio. L'uomo ha spiegato che il 2 giugno scorso, a causa di un consistente allagamento che aveva coinvolto il sotterraneo dello stabile, aveva cercato di mettersi in contatto con i proprietari, ma senza successo. Così, su disposizione dell'amministratore, era arrivato l'idraulico di fiducia della struttura autorizzato a tagliare catenaccio e lucchetto del deposito in questione per entrare e porre rimedio alla perdita d'acqua. Contattato l'operaio ha confermato agli agenti delle «Volanti» di aver trovato quel giorno il locale così pieno d'acqua al punto da non riuscire a distinguere le tele dalle cornici tanto erano impregnate. Dopo aver eliminato l'acqua l'idraulico ha richiuso quindi la porta con un lucchetto e un catenaccio di dimensioni molto più modeste rispetto ai precedenti che, però, a quel punto, erano diventati inutilizzabili perché distrutti nella necessità di entrare il più velocemente possibile nel locale sotterraneo.
Il nuovo lucchetto sarà stato anche meno resistente, sta di fatto che nessuno realmente sa che cosa sia accaduto dopo le operazioni di risanamento del deposito allagato e la chiusura della porta.
La sparizione della pelliccia e dei quadri - «o di quello che ne era rimasto vista la quantità di muffa» ha sottolineato la polizia - l'ha dovuta scoprire venerdì sera il 53enne arrivando di persona sul posto, da Nizza.
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