«Un governo che fa lo sciopero della fame per dare la cittadinanza agli immigrati e se ne frega di milioni di italiani che non arrivano a fine mese non è un governo italiano». La leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni è arrivata ieri in corso Buenos Aires per lanciare la «gazebata» contro la legge sullo ius soli organizzata dal partito in tutta Italia durante il weekend. «L'Italia a chi la ama. No ius soli, firma per fermarli» è lo slogan della petizione a Milano è partita in anticipo, in poche settimane Fdi ha raccolto già qualche migliaio di firme. Ieri e oggi ci sono una cinquantina di gazebi e banchetti in tutta la Lombardia (da Bergamo a Como e Varese) per aderire, e la Meloni ha lanciato da Buenos Aires un «appello ai patrioti» perchè «di questi tempi - insiste - la politica deve dire soltanto prima gli italiani». E assicura che se il Pd e la sinistra voteranno la legge per concedere la cittadinanza agli immigrati «la cancelleremo quando torneremo al governo alle prossime Politiche». Da Milano, dove conta di essere molto più presente da qui al voto («è una piazza importante e Fdi ha grosse potenzialità di crescita») la Meloni ha lanciato il congresso nazionale a Trieste, il 2 e 3 dicembre, e sulle Regionali 2018 ha confermato che il governatore leghista Roberto Maroni «ha ben governato durante il primo mandato e quindi ha tutte le carte in regola per essere riconfermato. Fratelli d'Italia, come ha fatto in questi anni, lavorerà con lui come valore aggiunto anche nei prossimi». E sull'ipotesi di un allargamento al centro di Lombardia Popolare ha precisato che se c'è una proposta Fdi è disponibile a ragionale ma a maggior ragione servirà una clausola anti-inciucio, per evitare cambi di casacca nel corso del mandato.
In piazza con la Meloni ieri i «colonnelli» del partito, da Paola Frassinetti a Ignazio La Russa, Riccardo De Corato, Marco Osnato e Carlo Fidanza che ringrazia i milanesi per le migliaia di firme con cui già hanno aderito alla battaglia contro lo ius soli e assicura: «Continueremo finchè il Parlamento non avrà sventato questo attentato all'identità nazionale».
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