Coronavirus

La fuga dalle case di riposo: gli ospiti già calati del 25%

Sono 250 i letti vuoti. Rabaiotti: "Ricostruire fiducia". Ritoratori contro Sala sulla Cosap. E arrivano le scuse

La fuga dalle case di riposo: gli ospiti già calati del 25%

Circa 250 letti vuoti nelle cinque rsa comunali. L'indice di occupazione è sceso in media del 25% rispetto al periodo pre Covid, «siamo passati dal 95 al 70%». Una fuga. A gennaio 2020 c'erano in tutto 935 ospiti (inviati dal Comune o in regime di solvenza) e oggi sono circa 720. Il trend, secondo quanto ha riferito ieri l'assessore al Welfare Gabriele Rabaiotti presentando in commissione il bilancio di previsione 2021 dei servizi sociali «è così un po' ovunque in città, non soltanto nelle case di riposo comunali. Ci sono stati decessi ma registriamo sopratutto un calo dei nuovi ingressi, è successo nel 2020», primo anno della pandemia, con l'esplosione delle polemiche sui contagi e le vittime nelle rsa, «ma il fenomeno si sta confermando ora e non sappiamo dire quando rientrerà. Il Covid ha portato le famiglie a resistere fino all'ultimo all'idea di portare l'anziano nelle strutture, va ricostruito un clima di fiducia perchè questo ha a che fare con i timori e le paure, non possiamo combatterli offrendo dei bonus. Speriamo che il tempo aiuti le famiglie a fidarsi di nuovo ma per il 2021 la situazione non cambierà molto». E infatti la giunta ha ridotto le risorse destinate agli interventi residenziali, collegate al numero degli ospiti in carico: nel 2020 ha «risparmiato» circa 10 milioni, aveva preventivato prima della pandemia 45,2 milioni di spesa e ne ha usati 35, per il 2021 ne mette in conto 36,7. L'assessore segnala che le famiglie hanno «qualche difficoltà a portare gli anziani anche nei centri diurni che spesso sono all'interno delle rsa». Il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale ha protestato per la riduzione (dagli 11,5 milioni del preventivo 2020 a 6,7) dei contributi economici destinati agli anziani e (da 8,7 a 8,1) ai disabili. «La spesa per gli anziani - contesta - cala del 20% al netto dei contributi di Stato e Regione. Ci si limita a risparmiare per le minori presenze nelle Rsa. Mi sarei aspettato più fondi per l'assistenza domiciliare, per lanciare una vera teleassistenza. Per la disabilità si fa l'ordinario in un anno straordinario mentre esplode la spesa per i minori stranieri non accompagnati ospiti nelle comunità». Rabaiotti sostiene che le cifre dei contributi «intanto consentono di lanciare bandi e formare graduatorie, potremo rimpinguare le risorse nel corso dell'anno». Ma anche da sinistra Basilio Rizzo, capogruppo di Milano in Comune, sottolinea che alla voce «interventi trasversali per emergenza Covid» compaiono solo i 7,9 milioni finanziati con soldi statali, «dovremmo rilanciare una raccolta fondi».

I ristoratori invece sono infuriati con il sindaco Beppe Sala, a innescare la (nuova) protesta è una mail ricevuta dagli uffici comunali che chiede di presentare entro 7 giorni la richiesta di rinnovo o proroga degli spazi all'aperto «aggiuntivi» concessi un anno fa per garantire il distanziamento tra i tavolini. Il Dl Sostegni del 22 marzo ha garantito l'esenzione dalla ex Cosap (ora canone unico patrimoniale) fino al 30 giugno. Il Comune avvisa che dal primo luglio al 31 dicembre, salvo altri interventi statali, la concessione sarà soggetta a pagamento, e invia già la cifra e le scadenze ai titolari di locali con la richiesta di indicare fin da ora se sono interessati a mantenere lo spazio. «Il sindaco - attacca Alfredo Zini, portavoce dei Ristoratori milanesi che hanno già promosso varie proteste in piazza - invece di aprire un tavolo, ascoltare le richieste della categoria, magari proporre una tantum di 200 euro se il governo non confermerà la gratuità da luglio a fine anno, ci mette sotto pressione. Siamo stremati, molti non sanno nemmeno se arriveranno a luglio, figuriamoci prendersi altri impegni». E in serata, dopo che anche l'assessore Pierfrancesco Maran aveva sollevato il caso, arriva il dietrofront di Sala. Ai titolati arriva una mail firmata dal sindaco che invita a considerare la richiesta «un disguido, non ne ero stato informato e mi preme sottolineare che si tratta di un errore, porgo le mie scuse».

Il Comune valuterà la situazione dal primo luglio.

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