Coronavirus

Fuoco "amico" del Pd su chi è in trincea contro il virus

Le zone rosse, i tamponi, le mascherine, i morti nella case di riposo: tutte cose da analizzare, considerare, inserire negli studi. Ma non certo da usare come ariete nel momento più cruciale della battaglia, quando il virus è in difficoltà, ma certo non ancora battuto

Fuoco "amico" del Pd su chi è in trincea contro il virus

Se la sinistra è insopportabile in tempi normali, in tempi di guerra diventa intollerabile. Come altro definire il fuoco (si fa per dire) amico con cui ormai ogni giorno cerca di impallinare il governatore Attilio Fontana, l'assessore Giulio Gallera e perfino il cincinnato Guido Bertolaso, pregato di tornare in tutta fretta dall'Africa e artefice dell'ospedale-miracolo tirato su in dieci giorni a scapito della sua stessa salute? Perché «intollerabile» è l'atteggiamento del Pd, così simile a chi tenendosi ben lontano dalle trincee, saccheggiava da imboscato le cantine dei soldati al fronte e con la pancia ben piena ne sviliva l'eroismo approfittando della situazione per trarne tutti i vantaggi possibili. Non molto diverso è il comportamento dei tanti papaveri Pd che dopo essere (fortunatamente) spariti durante l'infuriare del virus, ora che la pestilenza sembra allentare la presa, rispuntano per impallinare chi in trincea c'è stato davvero. E lì avrà magari anche fatto qualche sbaglio, ma come non farne davanti al più terribile ciclone che abbia squassato non solo il nostro Paese, ma l'intero pianeta negli ultimi decenni? Ecco perché sono così meschine quelle accuse. Le zone rosse, i tamponi, le mascherine, i morti nella case di riposo: tutte cose da analizzare, considerare, inserire negli studi. Ma non certo da usare come ariete nel momento più cruciale della battaglia, quando il virus è in difficoltà, ma certo non ancora battuto. E con un unico scopo: delegittimare l'avversario politico, anziché rispettare quella pax che ogni buonsenso (se non umanità) consiglierebbe di rispettare. Certo, in prospettiva c'è l'elezione del sindaco di Milano l'anno prossimo.

E la sinistra (purtroppo) è a quello che sta già pensando.

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