Una insegna latino e greco al liceo Classico San Carlo. L'altra, storia dell'arte. Sono nate lo stesso giorno, anche se a parecchi chilometri di distanza (Milano e Londra). Un caso, ma quei due percorsi apparentemente lontani, sono approdati sullo stesso palcoscenico. Quello su cui hanno fatto salire i loro studenti per insegnare loro che «il futuro è antico». Che per guardare molto lontano (in avanti), bisogna guardare altrettanto lontano all'indietro. Fino ad arrivare alla tragedia greca. Vestirla, entrandoci dentro, masticarla magari anche in inglese e mettere in gioco paure e speranze, emozioni e aspirazioni. Roba vecchia e sempre nuova. Roba da adolescenti e anche qualcosa meno, con quel loro mondo fatto di assoluti dove le sfumature talvolta fanno fatica a uscire. Ci credono le due insegnanti Cristina Dell'Acqua e Kimberly Deignan che portano avanti questo lavoro già da quattro anni. È qualcosa di più di un'esperimento, ora è anche un libro (ed.Palo Alto). Oltre 450 i ragazzi che hanno vestito i panni del dio Dioniso, del re Penteo e di sua madre Agave nelle «Baccanti» di Euripede. Oppure si sono messi dietro le quinte per occuparsi delle scenografie o della realizzazione dei costumi e del copione. Il lavoro preparatorio viene fatto in inglese per rafforzare la lingua e intrecciare quanto più possibili piani diversi: teatro e inglese, greco e emozioni, problem solving e metrica.
«Una modalità didattica non convenzionale per liberare i ragazzi dalla rigidità mentale e aprire a nuovi sistemi di apprendimento - spiegano le insegnanti - Un metodo di insegnamento che parte dalla convinzione che facendo in prima persona concetti e nozioni arrivano più facilmente e permangono nei nostri ricordi più a lungo». SCop- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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