«Il Giro via da Milano? Punizione immeritata Il suo cuore batte qui»

Comune all’attacco per trattenere l’ultima tappa

«Il Giro d’Italia che arriva a Verona? Una punizione che Milano non merita, il sindaco Letizia Moratti si è già attivato e faremo di tutto perché questo non succeda». La maglia rosa lontana dalle strade dov’è nata, assicura il vice Riccardo De Corato, è «un affronto, una gogna mediatica che Palazzo Marino non è disposto ad accettare». E la replica arriva immediata dopo l’intervista più che pepata concessa al Giornale da Angelo Zomegnan, da un paio d’anni a capo della carovana.
Onorevole De Corato, le accuse degli organizzatori sono tanto pesanti quanto precise.
«Devo dire che noi siamo a dir poco meravigliati».
Oltre che meravigliati anche pronti a replicare?
«Replicano i fatti, Milano ha sempre avuto un ottimo rapporto con lo sport. Organizziamo la Stramilano, la maratona, il Giro da tanti anni e nessuno si è mai lamentato».
Ora qualcuno che si lamenta c’è.
«Il sindaco Moratti ha già preso contatto con gli organizzatori per capire cosa stia succedendo».
Le lamentele sono tante, dai soldi che il Comune non dà alle proteste per il traffico bloccato, dai bar chiusi al sindaco che non va alla premiazione.
«Il sindaco non so, io alle premiazioni ci sono andato e ho visto migliaia di milanesi entusiasti assiepati dietro le transenne. Certo che, se proprio si vuole, i motivi per portare la corsa da un’altra parte si trovano. Ma mi fermo qui».
Non si fermi. È una questione di sponsor, quindi di soldoni?
«Anche questo mi sembrerebbe strano. Mi vogliono dire che a Verona si trovano più sponsor che a Milano, la capitale economica del Paese? Ma non scherziamo. E non credo che per due bar chiusi sia necessario privare i milanesi di un evento così».
Sembra che proprio i milanesi siano freddini, che protestino per il traffico bloccato.
«Credo che l’ultima domenica di maggio il traffico bloccato per poche ore non sia davvero un problema. Qualche automobilista che mugugna ci sarà, ma penso che non mancherà neppure nel percorso da Bardolino a Verona».
Si dice anche di poca sensibilità dell’amministrazione per lo sport.
«Mi sembra che la più prestigiosa candidatura all’Olimpiade sia proprio quella di Milano. Dicono del Vigorelli, ma sanno che abbiamo fatto un enorme investimento per risistemarlo? E se il palazzetto è crollato, mica sarà colpa nostra».
Ma voi non l’avete ancora ricostruito.
«Il nostro progetto è la città dello sport che raccolga tutti gli impianti e le attività».
Ma allora se va tutto bene perché Zomegnan protesta?
«Magari la sua è una sensazione, legittima ma che io credo sbagliata, di scarsa attenzione. Se vuole tirarci per la giacchetta per ottenere un po’ più di visibilità per la corsa va bene. Se i motivi sono altri non so come andrà a finire».
Ancora dietrologia?
«Non voglio fare polemica, Verona è una bellissima città. Ma noi vogliamo che il Giro resti a Milano».
Si dice che le probabilità siano al lumicino dell’uno per cento. Non molte.
«Solo un momento di scoramento che sarà superato. Lavoreremo con gli organizzatori perché il Giro abbia il respiro che merita».


Allora ammette che qualche errore l’avete fatto.
«Il Giro è sempre arrivato in centro, Sempione-Castello, Duomo-San Babila. E, dunque, il cuore di Milano ha sempre battuto per il Giro. Riflettano gli organizzatori».

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