Il governo ha paura per Expo: «Le proteste? Danno all'Italia»

Ministro in ansia per l'immagine del Paese in vista dell'evento Ma Palazzo Marino pensa ai giornali: «Non fate allarmismo»

La violenza dei centri sociali e dei cosiddetti «antagonisti» questa volta si abbatte su una Prima di sant'Ambrogio che per il resto ha toni piuttosto dimessi. Perché da decenni non capitava che nel palco reale della Scala non sedessero né il presidente della Repubblica, né il premier. E così tocca al ministro Dario Franceschini dettare la linea del governo per una contabilità che alla fine parla di una decina di feriti. «Non capisco - dice il responsabile per i Beni culturali - Queste proteste sono un danno d'immagine e anche economico per il Paese nella città che ospiterà l'Expo nel 2015». Perché «la Scala è un'eccellenza. Tutto il mondo guarda quello che avviene qui: centinaia di migliaia di persone stanno decidendo se venire a Milano durante l'Expo e anche agli appuntamenti del teatro». E il pensiero è ovviamente a quanto potrebbe succedere a Milano durante i sei mesi dell'esposizione. «Capisco che questo sia un luogo di protesta simbolico, spero cambieranno idea». Molto dura anche la condanna del prefetto Francesco Paolo Tronca, che senza concedere alibi alcuno, parla di «inaccettabili manifestazioni di protesta violenta nei confronti delle forze dell'ordine, approfittando di eventi culturali che servono a dare forza e valore alla nostra città». Aggiungendo categorico che «la legalità non è assolutamente negoziabile».

Una linea non condivisa dal sindaco Giuliano Pisapia che finisce incredibilmente per prendersela con i giornalisti. «Invito i media alla prudenza, creare allarmismo in una situazione difficile, critica e da criticare, è assolutamente errato» dice durante l'intervallo. Come se i carabinieri finiti all'ospedale non fossero un'evidenza sufficiente per condannare i violenti. Dichiarazione che si aggiunge a quella concessa poco prima sulla sua convinzione che Tangentopoli sia stata archiviata, con Milano «tornata a essere la capitale morale dell'Italia». Sicuro che sia «un sistema debellato e che a Milano non tornerà più». Dimenticando forse che proprio l'Expo e il sistema della sanità sono nel mirino della magistratura. Stupefacente anche l'ex ministro Corrado Passera oggi con sogni da premier: «È talmente grande il disagio per alcuni fasce della popolazione che è sbagliato prendersela con chi protesta». Assolutamente contrariato, invece, il governatore Roberto Maroni. «Come rovinare una festa» il suo commento uscendo dal palco reale. «Diamo sempre l'immagine peggiore di noi al mondo. La Prima è uno spettacolo unico e riusciamo a rovinare anche questo. Il palcoscenico dovrebbe essere più quello dentro che quello fuori».

Dalla Provincia l'assessore leghista alla Sicurezza Stefano Bolognini considera «inaccettabile l'ennesima violenza dei centri sociali ai danni delle forze dell'ordine». E chiedendo che «tutti gli aggressori siano identificati e arrestati al più presto» avanza una proposta choc.

«Invito il Comune - dice - a costituirsi parte civile contro i colpevoli degli atti vandalici per dare un segnale forte di condanna netta ai loro gesti». Difficile, viste le dichiarazioni del sindaco Pisapia, che il suo appello sia accettato da Palazzo Marino.

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