Cronaca locale

Grave dopo la caduta nel cantiere della M4

Un operaio di 61 anni è precipitato da 5 metri Verifica dell'Arma sulle condizioni di sicurezza

Grave dopo la caduta nel cantiere della M4

La prima ricostruzione dei carabinieri della compagnia Porta Magenta, sul posto insieme ai soccorsi, racconta di un operaio italiano che casualmente avrebbe perso l'equilibrio mentre si trovava su un ponteggio e che è precipitato da un' altezza di cinque metri, cadendo sulle strutture appuntite di ferro che vengono preparate per stendere il cemento armato.

Cantiere della linea 4 della metropolitana di via Foppa, ieri, qualche minuto dopo le 9.30. L'ennesimo incidente sul lavoro anche stavolta ha coinvolto un uomo quasi prossimo alla pensione. Le sue condizioni sono subito apparse serie ai colleghi che hanno cercato di raggiungere come potevano quel «pavimento» decisamente poco agibile, per assisterlo immediatamente dopo la caduta: aveva perso i sensi e sembrava non respirasse più. Tra la disperazione degli altri operai e di tutto il personale del cantiere, la centrale operativa del 118 ha inviato sul posto un'ambulanza e un'automedica, quindi in via Foppa sono arrivati anche i vigili del fuoco. Sono stati loro a recuperare l'uomo sugli spuntoni di ferro. Trasportato in gravi condizioni al pronto soccorso del Niguarda, con diversi traumi su tutto il corpo, l'operaio, una volta in ospedale, avrebbe ripreso i sensi e adesso si trova ricoverato in condizioni critiche ma non disperate. Intanto i militari dell'Arma stanno verificando le condizioni di sicurezza del cantiere.

L'elenco degli incidenti sul lavoro si aggiorna con una rapidità inquietante. Solo giovedì, a Bellusco, in Brianza, in una ditta che produce sistemi di isolamento termico e acustico, un uomo di 35 anni che stava lavorando all'interno di una cabina elettrica prefabbricata, era stato schiacciato da un trasformatore industriale di circa 50 quintali che sarebbe uscito dalle guide di ancoraggio al pavimento investendolo.

Secondo l'Anmil, l'Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro, nel 2018 in Italia si contano 1218 morti per infortuni sul lavoro, più di tre al giorno, una settantina in più dell'anno precedente. Nei primi sei mesi del 2019 sono già state presentate oltre 416mila denunce per infortunio, con 685 episodi mortali. Ma è la provincia di Brescia, dove i decessi di quest'anno sono aumentati del 46 per cento rispetto al 2018, che detiene la maglia nera nel campo delle cosiddette «morti bianche».. Nei primi dieci mesi dell'anno nella provincia bresciana sul lavoro sono morti in dodici. E se prendiamo tutta la Lombardia i numeri sconcertano.

«Nel 2018 le denunce di infortunio sul lavoro all'Inail sono state 119.937, l'1,8 per cento in più rispetto al 2017 (e a Brescia, nei primi sei mesi del 2019, hanno toccato quota 8.619) . Gli infortuni mortali sono 163, contro i 139 dell'anno precedente» segnala Cisl Lombardia.

Rispetto al tema sicurezza il settore edile è uno dei più a rischio. E secondo il Collegio costruttori di Brescia la responsabilità di tutte queste morti è del massimo ribasso: «La tendenza è ragionare sugli ultimi prezzi. Questo porta a risparmiare sulla qualità del lavoro - dice il presidente Massimo Deldossi - e sulla sua sicurezza».

Ma per l'Ance, Associazione nazionale cantieri edili, il cantiere cambia tutti i giorni e quindi anche il grado di pericolosità.

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