Boicottaggi, campagne, indignazione a fiumi e a comando. I militanti del politicamente corretto dichiarano guerra all'imprenditore Guido Barilla, «colpevole» di aver risposto alla domanda di un programma radiofonico, dichiarando che non farebbe mai uno spot con una famiglia omosessuale perché non rientra nel suo target commerciale. La sua preferenza in materia di marketing (che a moltissimi è parsa legittima) è diventata invece un capo di imputazione nel processo mediatico cui da due giorni Barilla è sottoposto. La pubblica accusa? La cultura e la politica cosiddetta progressista. Ieri, fra l'altro, si è scatenato contro Barilla anche il cantautore Roberto Vecchioni, ma altri hanno cercato di approfittare del caso, montato mediaticamente in modo strumentale, per ottenere un po' di visibilità. I consiglieri regionali lombardi del Movimento 5 Stelle, per esempio, hanno annunciato un progetto di legge regionale «per la lotta all'omo-transfobia e a tutte le discriminazioni».
«Le affermazioni dell'imprenditore - hanno detto con la consigliera Iolanda Nanni - dimostrano quanto questo Paese sulle tematiche Lgbt sia ancorato a una cultura retrograda degna dell'oscurantismo medievale per l'evoluzione della quale è necessario un concreto intervento anche da parte delle istituzioni». Secondo Nanni «omosessuali, lesbiche e trans partecipano attivamente alla vita sociale e civile del Paese offrendo un contributo al benessere di tutti e ogni atto di discriminazione nei loro confronti è da condannare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.