Le Groane, l'altra Rogoredo Ronde armate e baratto

Il parco popolato da disperati in cerca di una dose Dieci arresti: i marocchini sono i capi, italiani gregari

Paola Fucilieri

Un'area bellissima, estremamente fascinosa e godibile. Che purtroppo si distingue per la presenza frenetica e inesorabile a tutte le ore di gente con un estremo bisogno di procurarsi una dose di droga. Persone disposte persino a barattare dei beni, come una bicicletta o una macchina fotografica, pur di ottenere quel che brama. E favorita da una organizzazione che ieri il pm Carlo Cinque della Procura di Monza e il procuratore capo Luisa Zanetti, hanno paragonato a quelle delle maschere a teatro, soggetti sempre disponibili e organizzati a indicare i punti esatti dove incontrare il pusher più adatto a questa o a quella specifica esigenza.

L'operazione contro il traffico di droga condotta all'interno dei 3mila800 ettari del Parco delle Groane dai carabinieri della compagnia di Desio, guidati dal maggiore Mansueto Cosentino e dal tenente Sebastiano Ciancimino della tenenza di Cesano Maderno, non si calibra solo dai numeri che comunque non costituiscono un elemento secondario. Pensiamo infatti alle 10 misure cautelari, emesse dal gip Federica Centonze, nei confronti di 3 marocchini, 6 italiani e un moldavo (il giudice ha stabilito la custodia in carcere per tre indagati, gli arresti domiciliari per uno e il divieto di dimora in Lombardia per altri sei), ma anche alle circa 400 cessioni documentate grazie all'aiuto fondamentale delle telecamere e ore e ore di verifiche e riscontri tra il 27 ottobre e il 5 dicembre scorsi.

L'attività investigativa e la penetrazione in questo mondo dell'illegalità dominato da «capi» marocchini che gestiscono ex tossicodipendenti italiani con mansioni da gregari e «pali» (uno fa persino l'autista di «Nik» o dello «Zio», i due nordafricani 34enni al vertice dell'organizzazione) si è rivelata infatti molto più difficoltosa del previsto proprio perché questo supermercato della droga a cielo aperto, per la sua conformazione naturale, offre molteplici via di fuga dinnanzi all'arrivo di «intrusi».

Investigatori e magistrati spiegano come in certi momenti non sia solo arduo ma proprio impossibile tenere sotto controllo questi banchetti sui quali, in aree prossime alle fermate della ferrovia di Cesano Maderno e Ceriano Laghetto (chiuse per questo motivo dalla Regione ai viaggiatori) i gregari, spesso armati di mazze da baseball, machete e coltellini, proteggono i pusher sia da altre organizzazioni criminali pretendenti che dalla possibilità che qualche tossicodipendente esagitato possa commettere delle sciocchezze.

Questa «associazione a delinquere», come l'hanno chiamata la Zanetti e Cinque, smercia eroina, cocaina e hashish di scarsissima qualità a prezzi decisamente bassi: una dose, che si aggira sui 0.40 o 0.50 grammi, costa al massimo cinque euro.

«Ma ne vendono molte, moltissime - conclude il maggiore Cosentino -.

Sono infatti sempre pronti a venire incontro alle esigenze del cliente pur di incontrarlo e vendere lo stupefacente. Un giorno che pioveva e non erano nei soliti posti, li abbiamo sorpresi nell'ascensore della stazione ferroviaria».

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