Un sistema informatico penetrabile come un colapasta, quello della Polizia di Stato: agli hacker di Anonymous, ala tecnologica della sinistra radicale, è bastato poco per entrare nei computer della Ps e impadronirsi di centinaia di documenti riservati. Da ieri, questi documenti sono in rete. Tra di essi due identikit che rivelano che la polizia milanese sta dando la caccia a due sequestratori e stupratori, protagonisti il mese scorso a Milano di una violenza carnale di cui finora non era stata data notizia.
I ritratti dei due criminali sono stati elaborati al computer dalla polizia scientifica di Milano, e trasmessi l'8 ottobre scorso dal questore Luigi Savina a tutte le questure d'Italia chiedendo la loro collaborazione alle ricerche. «Pregasi collaborare a identificazione persone effigiate nell'allegata ricostruzione identikit, presunti autori di sequestro di persona a fini di violenza sessuale e rapina», scrive Savina. Tra i destinatari del dispaccio, anche la questura di Genova, da sempre sotto tiro degli incursori informatici: ed è proprio dai computer della polizia genovese - a quanto sembra - che gli hacker sono riusciti a «succhiare» buona parte dei documenti riservati. Compresi quelli relativi alla caccia ai due violentatori.
La vittima sarebbe stata violentata lo scorso 12 settembre al 15 di via Edolo, una traversa di viale Lunigiana. Ed è stata la stessa vittima a collaborare con la Scientifica a ricostruire i volti dei due aggressori. Entrambi erano stranieri, ed entrambi portavano un cappellino da baseball. Il primo viene descritto come «età 28-32 anni, statura 175 cm circa, corporatura robusta, carnagione chiara/chiarissima, capelli rasati, naso lungo e sottile». È il più giovane della coppia, «non parlava italiano, solo qualche parola in inglese stentato». «Aspetto curato», aggiunge la polizia. Alla testimone è rimasto impresso il tatuaggio sul braccio sinistro «probabilmente in caratteri gotici». L'altro era leggermente meno giovane, tra i 30 e i 35 ani, e di aspetto più trasandato. «Viso squadrato, zigomi sporgenti». Neanche lui parlava italiano.
I due, il pelato e il trasandato, il 12 settembre si rendono protagonisti dell'aggressione in via Edolo. L'obiettivo della polizia milanese è quello di non sollevare clamore intorno alla vicenda, per non ostacolare le ricerche. Ma gli investigatori di via Fatebenefratelli non hanno fatto i conti con la vulnerabilità dei computer del Viminale. L'8 ottobre partono i ritratti con la richiesta di collaborazione. Una settimana dopo, il 15, la questura di Genova dirama il dispaccio e gli identikit a tutti i commissariati del capoluogo ligure.
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