«Hanno liberato dalla paura il bronx di Baggio»

Residenti entusiasti per i controlli di militari e forze dell’ordine «Auto bruciate, rapine, spaccio, speriamo che non accada più»

Forse la Baggio malfamata di venti o trent’anni fa non c’è più. Angelino Epaminonda, Luciano Liggio e i corleonesi, il clan dei calabresi sono solo un vecchio ricordo. Pagine ingiallite di una Milano nera che si crogiolava tra sparatorie, bische e auto di lusso. E perfino lo spaccio di droga nei giardinetti o al parco delle Cave sembra essere scomparso da un po’ di tempo a questa parte.
Eppure la gente nei palazzoni di via Quarti, in piazza Anita Garibaldi o in via Mar Nero non si sente sicura. Non ci sono più i pesci grossi, i boss della malavita organizzata, ma il degrado nel quartiere resta. E l’invasione degli extracomunitari non facilita le cose. Qualche auto, poi, brucia ancora la notte e ogni tanto i commercianti ricevono visite sgradite di balordi armati di pistola e pronti a tutto per racimolare anche solo un malloppo di poche centinaia di euro. Alla farmacia all’angolo fra piazza Anita Garibaldi e via Quinto Romano, rapinata più volte nell’ultimo periodo, ne sanno qualcosa.
Sarà per questo che a Baggio l’arrivo dei militari per l’operazione sicurezza è stato accolto come una liberazione. Sorrisi, strette di mano, abbracci. I soldati, accompagnati in pattuglia dai carabinieri della vicina stazione San Cristoforo, magari non risolveranno tutti i problemi, ma almeno fanno sentire più protetti gli abitanti della zona. «Benvenuti, vi aspettavamo», è il commento di giovani, anziani, donne e bambini.
«Io sono felicissima che siano qui - dice Maria Grazia Caramaschi -. Il governo ha dato una risposta con i fatti a chi chiedeva di fare qualcosa per tutelare la brava gente. Qui a Baggio ne abbiamo bisogno: c’è ancora tanta delinquenza in giro. E più divise ci sono, meglio è». Tra chi borbotta per la fontana un po’ troppo rumorosa di piazza Anita Garibaldi o per l’escandescenze notturne dei frequentatori di una discoteca del quartiere, c’è anche chi confida di trovare nei militari un nuovo baluardo contro le ingiustizie subite in passato. «Per due volte mi hanno sfasciato l’auto - racconta Ester Ruiu - magari ora che ci sono i soldati a controllare non succederà più». Anche Angela Lonati si schiera dalla parte di chi vuole le pattuglie in strada. «Rispetto al passato la situazione qui sarà anche migliorata, ma non è che il quartiere sia diventato poi così tranquillo. Io sono contenta che ci abbiano mandato i militari in aiuto». Egidio Zucchelli, milanese da quattro generazione e «baggiano doc», non ha dubbi sull’utilità degli uomini in divisa. «Qui - dice - la gente fa quello che vuole. Ovvio che servono i soldati. La mia speranza è che vadano a fare un giro nel “Bronx” di via Quarti e sistemino la feccia che c’è là dentro».
Pochi, pochissimi i contrari all’operazione sicurezza voluta dal governo Berlusconi. Sono qualcuno in più gli attendisti. Quelli dei «non so» o dei «vedremo». Come Luciano Lampertico. «Prima di esprimere un parere - spiega - vorrei vedere i risultati. Per adesso sono solo arrivati, aspettiamo che facciano qualcosa».

Più scettico Raffaele Fiore. «La polizia sa chi sono i criminali qui. Non servono i militari. Anche se arrestano un delinquente, questo torna subito in libertà. È questo lo stato della giustizia in Italia». Purtroppo. \

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