Cronaca locale

I cazzotti a Gallera e la sinistra che teme di perdere il sindaco

I cazzotti a Gallera e la sinistra che teme di perdere il sindaco

Dall'insolitamente sguaiato attacco di Giuseppe Sala all'assessore regionale («da Gallera non mi sento tutelato come cittadino lombardo»), vien da pensare che a sinistra la paura di perdere il sindaco di Milano faccia già novanta. Non altrimenti si spiega quello che evidentemente è un ruvido se non addirittura volgare avvio di campagna elettorale, tutto impostato sull'emergenza Covid. Cominciato con le bordate di Palazzo Marino sul Pirellone, proseguito sabato con le pesantissime accuse del vicesindaco Anna Scavuzzo a Gallera e arrivato al cazzotto mollato da Sala, nemmeno fosse un Majorino qualunque. Tipico fallaccio di reazione non particolarmente giustificato, anche perché sferrato all'assessore che insieme al governatore Attilio Fontana, magari con qualche umano errore, ha guidato con una certa perizia la Lombardia dentro la devastazione dello tsunami virus. E lo potrebbero riconoscere anche gli avversari, proprio oggi che regioni guidate dal centrosinistra come il Lazio o la Campania vedono i contagi schizzare verso l'alto. Ma sarebbe chiedere troppa onestà intellettuale a una sinistra che non ne è dotata, abituata a crogiolarsi in una solo presunta superiorità morale e a macerarsi nella perenne lotta per il potere. E così anche una tutto sommato discreta amministrazione come quella dei cinque anni del sindaco Sala, non è sufficiente per affrontare a viso aperto una sfida, poggiandola sul confronto dei programmi e non sul becero attacco personale. Perché, sindaco Sala, non è vero che Gallera è uno che «ha fatto politica senza che nessuno se ne accorgesse per un sacco di anni». Questa è una volgarità bella e buona. Gallera era giovanissimo e apprezzato assessore in una giunta Albertini a cui Milano deve tutto quello che si vede all'orizzonte: Scala restaurata, Porta Nuova con i grattacieli e la Biblioteca degli alberi, City life, Bicocca con il teatro dell'Arcimboldi, quattro depuratori, km di metropolitane, l'idea della candidatura Expo, i posteggi sotterranei. E tutto senza non solo un processo, ma nemmeno un avviso di garanzia né per Albertini, né per nessuno dei suoi assessori. Tanto per dire di cosa è capace un'amministrazione di centrodestra che a girare per Milano sembra non essere mai stata così tanto rimpianta. Comprensibile dunque il nervosismo della sinistra e di un Sala che sta ancora sfogliando la margherita della sua candidatura. E Gallera alle ultime regionali con 11.722 preferenze è stato il candidato più votato. Non proprio uno della cui politica nessuno si è accorto. Giusto o sbagliato, questa è la democrazia.

Tutto il resto è rabbia.

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