I «cumenda» lavorano anche durante le vacanze

L'analisi della Camera di commercio conferma le convinzioni di sempre: uno su tre non si riposa mai

I «cumenda» lavorano anche durante le vacanze

Agosto, impresa mia ti conosco. Potrebbe essere questo il motto del 33,5% dei titolari d'azienda milanesi che, pur in vacanza, continuano a lavorare. Il 30% lo ha sempre fatto, ma quest'anno s'aggiunge un 3,5%, stacanovista e fiducioso di recuperare incassi. I self made man e woman, ovvero gli uomini e lo donne che contano su se stessi, sgobbano meno grazie alle nuove tecnologie, anche per due ore al giorno, ma non mollano la presa. Emerge da un'indagine della camera di Commercio di Milano, compiuta su mille e duecento imprenditori nel mese di giugno. Il 39% circa delle imprese meneghine reagisce alla crisi modificando le ferie, alcune chiudendo di più e altre di meno, ma in ogni caso cercano di usare questo tempo per migliorare l'organizzazione lavorativa oppure i locali e gli spazi dell'azienda (8,3%).

Per chi sceglie di chiudere, le vacanze durano in media due o tre settimane. Vivere Milano d'estate è come un bel viaggio: il 24% vede la città operosa ma meno frenetica; più di un intervistato su cinque è attento alle iniziative culturali, sportive e alle attività per il tempo libero (23%); il 21% si aspetta maggior turismo ma anche più milanesi perché questo è il periodo migliore per godere della pace del centro cittadino senza Area C.

Sono 26 mila le imprese lombarde dei settori estivi. Circa 2 mila di biciclette, 2 mila e cinquecento gelaterie, mille e duecento ditte di piscine, 5 mila dedite alla cura dei giardini, 14 mila di condizionatori, 219 di tende da sole, quasi mille e duecento che gestiscono alloggi e stabilimenti balneari. Il settore dedicato al benessere della bella stagione è in lieve crescita, visto che in regione si registrano 300 imprese in più rispetto al 2013. Il comparto conta 82 mila addetti su 491 mila nazionali, e vale la bellezza di 9 miliardi di fatturato, di cui 4,8 solo a Milano, su un totale italiano di 34 miliardi. Emerge da un'elaborazione del Servizio Studi della camera di Commercio di Milano sui dati del registro delle imprese 2014 e 2013.

Il capoluogo lombardo vanta 7 mila imprese, secondo in Italia dopo Roma; Brescia ne conta 3 mila e cinquecento, Bergamo 3 mila e cento,

Varese 2 mila e seicento, Monza oltre 2 mila, Como mille e ottocento, Pavia mille e cinquecento, Mantova e Lecco circa mille. Le due città dopo Milano e Roma sono Torino con 6 mila e cinquecento e Napoli con oltre 5 mila.

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