Simone Finotti
Poche storie, nei fumetti lui era «il Re». E anche se oggi molti piccoli appassionati di supereroi a stelle e strisce non sanno nemmeno che faccia avesse, sulla tomba di Jack Kirby, nome d'arte di Jacob Kurtzberg, nato cent'anni fa a Manhattan e scomparso nel 1994 in California, c'è una corona che non lascia spazio a dubbi.
Fu lui, «the King of comics», a dare un volto e un profilo al mito superomistico in salsa Usa, fu lui a mettere su carta l'epopea dell'eroe buono che lotta e vince contro il male, arrivando perfino a sfidare la Germania nazista qualche mese prima che gli States entrassero in guerra, nel 1941: la risposta all'imperialismo hitleriano vestì i panni stars and stripes di Capitan America, il muscoloso nemico dei dittatori frutto della collaborazione con un altro grande della nona arte, Joe Simon. Ma è solo una delle innumerevoli creature nate dalla matita di Kirby che fino al 15 ottobre sarà celebrato, in occasione del centenario dalla nascita, nella monografica «L'arte di Jack Kirby», allestita al Wow Spazio Fumetto in collaborazione con Panini Comics, RW Lion e Nestlé Health Science, prima mostra in Italia dedicata interamente all'artista americano. Piatto forte le venticinque tavole originali e inedite provenienti da collezioni private, accomunate dal tratto inconfondibile del maestro, noto per le prospettive e i contrasti portati all'estremo, i corpi massicci, l'uso sperimentale del collage e il mix fra design futuribile e suggestioni precolombiane. Commentate dai curatori e da autorevoli critici, le tavole ripercorrono la vicenda artistica e l'evoluzione stilistica di Kirby che attraversò buona parte del secolo scorso influenzando generazioni di cartoonist. Al termine del secondo conflitto mondiale quando la terra, parafrasando il Galileo brechtiano, smise per un attimo di aver bisogno di eroi, Kirby non si perse d'animo e prestò la sua inventiva ad altri miti: quello del West e della frontiera, ma anche il poliziesco, il romantico, l'horror. Fu uno dei fumettisti più versatili e prolifici di sempre: si stima che, nel corso della carriera, abbia realizzato non meno di 25mila pagine, senza mai cedere nulla nella qualità del disegno, sempre fluido, preciso e dinamico.
Per lungo tempo si continuarono a scoprire inediti. Nel 2006, ad esempio, la Marvel annunciò il ritrovamento dell'ultima storia dei Fantastici Quattro, mai pubblicata, realizzata con Stan Lee con cui strinse un fortunato sodalizio all'inizio dei Sessanta: i due diedero vita a quasi tutti i personaggi più famosi di casa Marvel, come i Fantastic Four, Thor, Hulk, Iron Man, gli X-Men.
Fu il periodo d'oro di Kirby che fino all'ultimo non abbandonò la matita: ai Settanta risale l'avventura con Dc Comics e la saga del Quarto Mondo, poi venne il ritorno in Marvel, dove illustrò la versione a fumetti di «2001: Odissea nello spazio» e creò «Gli Eterni».Affianca l'esposizione un percorso cronologico che, attraverso albi d'epoca e ingrandimenti scenografici, ricostruisce i momenti salienti di una lunghissima carriera.
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