Un detenuto di nazionalità marocchina, accusato di reati contro il patrimonio, ha dato fuoco alla sua cella nel carcere di Cremona pretendendo di ottenere immediatamente un cambio di padiglione detentivo. Le fiamme hanno sprigionato una densa nube di fumo tale da rendere necessaria l'evacuazione dell'intero reparto carcerario. Gli agenti della polizia penitenziaria sono intervenuti per mettere in sicurezza i reclusi e lo stesso autore dell'incendio, che ha aggredito, armato di lametta, il personale di custodia prima di essere bloccato. Nelle operazioni di contenimento un agente è rimasto ferito a una mano e a una gamba, quindi è stato portato agli istituti ospitalieri di Cremona.
L'episodio, avvenuto sabato, è stato reso noto ieri n comunicato da Alfonso Greco, segretario regionale lombardo del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) che parla di «disastrose conseguenze della cosiddetta sorveglianza dinamica» e di una cronica carenza di personale che aggrava ancor di più le condizioni lavorative« della polizia penitenziaria.
Per il segretario generale del Sappe, Donato Capece, «Il grave fatto accaduto a Cremona conferma la tensione che continua a caratterizzare le carceri, al di là di ogni buona intenzione».
«Le carceri - conclude Capece - sono più sicure assumendo gli agenti di polizia penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri».
Fino
allo scioglimento del Corpo degli agenti di custodia, con la conseguente istituzione del Corpo di polizia penitenziaria, nel dicembre del 1990, il personale di polizia non poteva avere una propria rappresentanza sindacale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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