Cronaca locale

Islam, ombre sulle liste del Pd: c'è la candidata dei Fratelli musulmani

Il Pd mette in lista anche Sumaya Abdel Qader. Scoppia la poelmica. Parisi all'attacco: "I Fratelli Musulmani sono molto rischiosi"

Islam, ombre sulle liste del Pd: c'è la candidata dei Fratelli musulmani

I Fratelli musulmani mettono le mani sulle liste del Partito democratico a Milano. E ipotecano le scelte di Giuseppe Sala, in caso di vittoria alle comunali, sulla futura costruzione della mosche nel capoluogo lombardo. La testa di porte dei Fratelli musulmani sarà Sumaya Abdel Qader che il Pd milanese ha voluto inserire nelle proprie liste. "Questo è un tema molto delicato - ha commentato il candidato sindaco del centrodestra Stefano Parisi - i Fratelli Musulmani sono molto rischiosi".

I primi nomi della lista che il Pd presenta alle prossime elezioni comunali a Milano sono ormai di dominio pubblico. E stanno scatenando polemiche a non finire. Il primo nome, e questo già si sapeva, è quello di Pierfrancesco Majorino, assessore uscente alle politiche sociali che alle primarie ha ottenuto il 23% delle preferenze. Seguono quelli di Carmela Rozza (Lavori pubblici), Pierfrancesco Maran (Mobilità) e Marco Granelli (Sicurezza), che fin dall'inizio della sua corsa hanno sostenuto il candidato uscito vincitore dalle primarie del centrosinistra, Giuseppe Sala. Insieme a loro, nella lista presentata ieri a Palazzo delle Stelline, c'è appunto un esponente dei Fratelli musulmani. Si tratta appunto di Sumaya Abdel Qader, sociologa che fa parte del coordinamento delle associazioni islamiche di Milano e Monza, che aveva annunciato su facebook la propria candidatura come indipendente nella lista del Pd nei giorni scorsi. "A Milano al di là delle differenze ciascuno di noi nel Pd si sente a casa - ha spiegato Majorino - questo è un fatto che possiamo esibire con orgoglio anche a livello nazionale. Siamo la garanzia migliore perchè la città prosegua sulla via del cambiamento".

La situazione è tutt'altro che conciliante. Sumaya Abdel Qader milita nel Progetto Aisha che si ispira alla "sposa bambina" di Maometto. Il Profeta la fece sua moglie quando la piccola aveva dodici anni, ma i due stavano insieme già quando lei ne aveva sette. È proprio su queste nozze che sono state pronunciate le fatwe che nei Paesi islamici giustificano i matrimoni con le bambine. Subito dopo i macabri fatti di Colonia, Sumaya Abdel Qader aveva dichiarato: "Il problema di scarso rispetto nei confronti delle donne non è legato soltanto all'islam ma anche a fattori diversi, come per esempio l'introduzione della pornografia - tipico prodotto occidentale - in contesti più arretrati e chiusi. La fruizione del porno da parte di uomini che non possono culturalmente e socialmente dare sfogo ai loro impulsi - aveva giustificato - può portare alle molestie".

Oltre a far parte del direttivo del Coordinamento associazioni islamiche di Milano (Caim), Sumaya Abdel Qader è anche la responsabile della sezione "Youth & Students" della Federazione delle organizzazioni islamiche in Europa che è considerata una costola della Fratellanza Musulmana a Bruxelles.

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