L'alt di Maroni: «Non vogliamo i dipendenti della Provincia»

La Regione non vuole accollarsi il 50 per cento dei dipendenti lasciati a casa dalle Province ormai vicine all'eutanasia, come previsto da un emendamento alla legge di Stabilità presentato dal governo Renzi. Quella che l'assessore all'Economia Massimo Garavaglia ha già definito una «bomba» da 130 milioni euro all'anno. «La Lombardia - ha protestato ieri il governatore Roberto Maroni -, passerebbe per decreto governativo da 3mila a 6mila dipendenti. E non perché servano, ma perché ci vengono messi in carico con un costo insopportabile per le nostre casse». Una prospettiva contro la quale sono già pronte le barricate. «Se è così dovremo prendere le adeguate contromisure. Spero che Renzi ci ripensi». Nessuna novità sui tagli lineari. «Sono confermati, il che vuol dire che saremo costretti a chiudere degli ospedali perché utilizzando già al meglio le nostre risorse, non abbiamo margini per ridurre la spesa».

Preoccupato il sottosegretario alle Riforme istituzionali Daniele Nava. «Con un taglio di 7 miliardi agli enti locali, nelle Province sono a rischio i servizi fondamentali», ha detto al convegno organizzato da Rete imprese Italia. A questo si aggiungono gli «esodati» dalle Province in carico alle Regioni. «Senza risorse aggiuntive». Tra gli altri compiti oggi in capo alle Province, Nava ha ricordato le autorizzazioni ambientali: «I 35 dipendenti della Provincia di Milano che le seguono, a fine anno non verranno rinnovati. Se sommiamo assenza di risorse, tagli al personale e cessazione di incarichi, capiamo quale situazione difficile ci attenda». Altro tema è la formazione professionale che le Province gestiscono con apposite Agenzie. «La Regione non potrà più intervenire fuori dalle proprie competenze come è accaduto finora». Lo stesso vale per il trasporto delle persone con disabilità.

«Secondo la legge, la Regione non potrà più stanziare fondi come in passato, pena ricorsi alla Corte dei conti». Quanto alla Città metropolitana, «assorbendo funzioni della Provincia più alcune della Regione, rischia di essere una bomba a orologeria».

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