«L'appello ai milanesi Denunciate i sospetti»

Il comandante provinciale dei carabinieri «Capisco la paura, da noi il massimo sforzo»

In un momento così difficile - di paura, incertezza, impotenza - diventa anche arduo per chi rappresenta le forze dell'ordine o le istituzioni esprimere opinioni o fare considerazioni che abbiano un valore reale, concreto sulla sicurezza in città. Parole che non siano le solite frasi, magari un po' troppo da «addetti ai lavori», mai abbastanza vicine al cuore e alla sensibilità delle persone, rimaste attonite davanti alla violenza della strage di Parigi. Ci riesce il colonnello Canio Giuseppe La Gala, comandante provinciale dei carabinieri di Milano.

Colonnello, la gente ha davvero paura perché si è resa conto, come svegliandosi improvvisamente nel bel mezzo di un incubo, che i terroristi del Califfato sono imprevedibili. E che quel che è accaduto in Francia potrebbe succedere ovunque...

«Ed è per questo che a Milano abbiamo intensificato tutti i servizi di controllo e prevenzione, raddoppiando ogni forma di vigilanza non solo nei confronti di quelli che possono costituire gli obiettivi sensibili “assodati“, ma abbiamo intensificato i servizi di sicurezza, con uomini in uniforme e non, anche in tutti i luoghi assiduamente frequentati».

Il Comune ha chiesto che vengano tenuti a Milano almeno 150 dei 600 uomini delle forze dell'ordine inviati per Expo...

«Durante Expo il Comando generale dell'Arma ha rinforzato le nostre stazioni e i nuclei investigativi. Si tratta di militari dell'Arma dei carabinieri che non se ne sono andati, che non hanno mai lasciato Milano e che resteranno qui in pianta stabile. Finita l'esposizione internazionale la maggior parte dei nostri uomini che hanno finito il loro impegno su Milano sono quelli dei Battaglioni che facevano vigilanza esclusivamente dentro e fuori il sito di Expo. In ogni caso la struttura dell'Arma è in grado di spostare uomini e donne per rinforzare autonomamente i reparti dove sarà necessario».

In fondo l'emergenza che si prospettava per Expo sembra continuare. C'è qualcosa che vorrebbe dire ai milanesi in questo senso?

«Da parte mia e dell'Arma dei Carabinieri mi sento di poter rassicurare i milanesi. Certo, è comprensibile avere paura e come uomo prima che come colonnello dei carabinieri, mi rendo conto che ci sia sgomento tra la gente, tra tutti noi e che nessuna città possa sentirsi veramente sicura. Tuttavia, sulla base degli incontri fatti in questi giorni prefettura durante i vari Comitati per l'ordine e la sicurezza, posso assicurare che le risorse in campo qui sono veramente tante e qualificate e che è stata incrementata in maniera significativa anche l'attività d'intelligence. Per questo chiedo ai milanesi di continuare a mantenere alto, valorizzandolo, il senso civico che li contraddistingue da sempre, segnalando immediatamente al 112 - ma anche a una delle 106 stazioni dei carabinieri sparse su tutto il territorio del Comando provinciale di Milano e che costituiscono davvero la sicurezza a portata di mano - non solo fatti anormali ma anche semplicemente percepiti come diversi dal cittadino. Dobbiamo restare uniti. In modo da poter individuare immediatamente qualsiasi malintenzionato».

Che cosa l'ha colpita in particolare in questi giorni?

«La grande squadra di Milano. Insieme al viceprefetto vicario Priolo, al questore Savina e al generale della Guardia di finanza Kalenda abbiamo continuato a lavorare compatti come durante l'Expo, con un solo obiettivo: garantire la sicurezza di Milano. E poi ci sono stati segni di grande solidarietà.

Sabato mattina, mentre eravamo riuniti in corso Monforte, sono arrivati il ministro per le Politiche agricole e forestali Maurizio Martina, il sindaco Giuliano Pisapia, il presidente della Regione Roberto Maroni. Le istituzioni sono compatte con Milano e tutti stanno facendo il massimo. A ogni livello».

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