Firmato un protocollo d'intesa tra i carabinieri e il Museo della scienza e della tecnologia. «Oggi i dati scientifici sono centrali nelle indagini», spiega il comandante generale dell'Arma Tullio Del Sette, firmatario insieme al direttore generale del museo Fiorenzo Galli.
«Attualmente è possibile identificare l'autore di un omicidio partendo solo da un capello - continua Del Sette - l'Arma dei carabinieri è bicentenaria, ma fortemente ancorata al presente». Il protocollo avvia la collaborazione per l'organizzazione di convegni e attività espositive. Laser scanner, polveri, pennelli e sistemi per la ricerca e il prelevamento di tracce biologiche sono alcuni degli strumenti usati dal Ris sulle scene del crimine (nella foto). Ma l'ultima frontiera sono le «impronte foniche», su cui gli studi «sono ancora all'inizio, ma si stanno evolvendo sempre di più», dice Del Sette. Al museo sono state esposte un'Alfa Romeo Giulia Super del 1968, l'Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio, le moto Guzzi «Superalce» e «California 1400». La lunga storia di collaborazione tra i Carabinieri e l'Alfa Romeo, segna l'origine del mito della «gazzella». L'Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio erede di quelle auto è una moderna e tecnologica auto supersportiva.
È impiegata a Roma e Milano per alcuni compiti speciali, come il trasporto di organi e sangue. L'Arma ha donato al Museo un simbolo dell'investigazione scientifica, la valigetta criminalistica con i kit per i rilievi scientifici sulla scena del crimine.
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