L'edicola chiusa diventa la casa del clochard

Inutili gli appelli e le raccolte firme inviate a Palazzo Marino da cittadini e commercianti

Al posto del banco dei giornali ci sono alcuni cartoni e una scopa appoggiata di lato che serve a spazzare le foglie che tra un po' cominceranno a cadere. IL chiosco dei giornali è chiuso. Serrato. Un uomo cui la vita ha detto male ha preso possesso della vecchia edicola di via Buonarroti e l'ha trasformata in casa sua. Letteralmente: se qualcuno si avvicina reagisce come un legittimo proprietario di un appartamento e sbraita minacciando i malcapitati. Il soggetto in questione è un uomo di mezz'età di origine slava che i residenti definiscono non proprio «socievole». E l'edicola ormai è il suo territorio, al punto che l'ha recintata con un nastro bianco e rosso dei lavori in corso rubacchiato da uno dei tanti cantieri aperti, e magari non sorvegliati, della città. Così complice l'estate e forse la mancanza di personale, l'uomo si è stabilito nel'l'ex chiosco di giornale con le poche cose che possiede: una sedia, un paio di coperte e qualche cartone. I residenti hanno segnalato alla polizia locale il problema, è stata promossa anche una petizione inviata al Comune ma il tutto senza esiti. Il punto è che finché non sarà rimossa quell'edicola sarà pressoché impossibile riportare il decoro. L'edicola era stata «sfrattata» da piazza Piemonte per i lavori per la creazione dei parcheggi interrati, quando ha chiuso ed è diventata la classica calamita per il degrado.

La barista che chiede di non sostare sui gradini del proprio locale viene aggredita verbalmente, così come il malcapitato che gli fa presente che quella non è una sua proprietà e che non può recintarla. Ma molte parti di Milano subiscono la stessa sorte, piccoli buchi neri che contribuiscono a fomentare quel sentimento di malessere generalizzato che ha preso il nome di «insicurezza percepita».

MBon

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