La Città metropolitana di Milano vuole arruolare due dirigenti a contratto. Uno per il progetto welfare metropolitano e rigenerazione urbana, l'altro per semplificazione e digitalizzazione. Gli incarichi saranno conferiti dopo una selezione pubblica e a tempo determinato, perché questo garantisce «maggior flessibilità e speditezza». Comunicando la decisione ai sindacati, lo spiega l'ente, aggiungendo che la spesa per gli incarichi è coperta dai risparmi derivanti dalla cessazione di due dirigenti di ruolo. L'iniziativa comunque sta facendo discutere. La Città metropolitana erede della Provincia, naviga infatti da tempo in cattive acque, dal punto di vista finanziario, come le stesse Province, pur avendo conservato alcune competenze importanti, come la cura di strade e scuole. Le difficoltà anche a Milano sono molte, e altre vengono segnalate nel campo dell'assistenza ai disabili. I dirigenti dell'ente oggi sono meno di quella della ex provincia, è vero, ma c'è chi pensa che la spesa per il personale, in un ente che ha già quasi mille dipendenti, potesse essere subordinata ad altre emergenze. Critica Vera Cocucci, consigliera metropolitana del centrodestra: «Può darsi che manchino figure apicali - dice - ma mi lascia perplessa il fatto che si spendano soldi per il personale ora, e soprattutto l'ambito. Rigenerazione urbana? L'ente non ha competenza sull'urbanistica di Milano, non nel senso in cui lo si intende per la Grande Parigi, per esempio.
Forse Sala dovrebbe capire che l'ente riguarda l'intero territorio metropolitano, non solo Milano». Alessandro De Chirico (Fi) commenta: «Prima di nominare due dirigenti sarebbe forse opportuno cercare la dignità istituzionale. Ora vedremo l'esito ma si potrebbe pensare che sia il tentativo di accontentare qualcuno».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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