Gentile Direttore,
vorremmo replicare all'articolo di Giancarlo Mariani dal titolo «Le attese dei mezzi Atm? Un minuto vale tre», in cui si afferma, con prove empiriche, che i tempi segnalati sui display delle fermate sono nella realtà il triplo di quelli attesi. Diciamo subito che, secondo le rilevazioni a sistema effettuate da Atm e certificate in base al contratto di servizio, il grado di attendibilità del sistema si attesta sul 94%. Ci sovviene qualche dubbio, invece, sulla precisione della statistica fornita da Mariani. Nell'articolo non vi è alcun riferimento su quanto è durata l'indagine, se un giorno o due o tre settimane. Risulta poi difficile pensare che la stima di «1 minuto a 3» sia sensata, perché il campione considerato è troppo basso: Atm mette su strada 24mila corse al giorno, mentre Mariani ha considerato circa 30 corse, poco più dello 0,1% del totale. Un po' basso come dato per poter affermare con così grande sicurezza che i tempi di attesa segnalati nella realtà diventano il triplo. Non siamo poi a conoscenza se il giornalista abbia o meno voluto riscontrare casi positivi. Risulta difficile pensare che ad ogni fermata dove egli si sia recato vi fosse sempre un problema alle paline. Nel 94% dei casi, come già spiegato, il tempo di attesa proiettato in fermata è preciso, con tolleranza di circa un minuto. Ogni mezzo è dotato di un GPS che si interfaccia con la sala operativa: il sistema vede quanto distante è il veicolo rispetto alla fermata; un algoritmo prende la distanza e, in base all'orario della giornata, ai tempi medi di percorrenza, alle statistiche medie di percorrenza dei veicoli sulla stessa linea, calcola il tempo stimato di arrivo alla fermata. Il tempo può cambiare a seconda di ciò che il GPS dice e il sistema continua a variare in base al comportamento del bus in condizioni di traffico variabile, che dipende dal numero di auto private soprattutto a fronte di lavori stradali (quanta malizia nello scegliere il periodo estivo con tanti lavori in corso!), da cambiamenti momentanei di percorso (ad esempio per incidenti stradali). E' un po' come succede ai navigatori delle auto private: all'inizio del viaggio dice a che ora è previsto l'arrivo, che varia istante per istante a seconda della velocità del veicolo e delle condizioni esterne, e almeno queste non dipendono dalla volontà di Atm».
*Direttore risorse umane
organizzazione, sicurezza, comunicazione Atm
La nostra intenzione non era quella di fare statistiche bensì di raccontare la realtà, come quella che il cittadino qualsiasi si trova ad affrontare quotidianamente.
Pietro Brunetti*
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