Tra lettere all'Anac e ricorsi telenovela partita nel 2015

L'ex sindaco Pisapia voleva rinnovare gli affitti automaticamente, ma Rizzo consultò Cantone

Chiara Campo

La trama si infittisce, ma la vicenda del bando per l'assegnazione degli spazi occupati da «Locanda del Gatto rosso» eristorante «il Salotto» in Galleria era già una telenovela prima degli intrecci societari tra i concorrenti che sono emersi. Era ancora sindaco Giuliano Pisapia nel novembre 2015 quando la giunta con una delibera si impegnò a rinnovare automaticamente la concessione per altri 12 anni ai titolari dei due locali e del ristorante «Savini», in scadenza nel 2016. Un rinnovo senza gara motivato con l'obiettivo di tutelare i locali storici del Salotto. Immediata la protesta di Basilio Rizzo, allora presidente del Consiglio e oggi sui banchi dell'opposizione come esponente di Milano in Comune: «Quando si governa si esercita l'uguaglianza, si fanno le gare». Rizzo inviò una lettera-esposto al presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone per chiedergli di valutare il percorso seguito da Pisapia. E dall'Anac nella primavera del 2016, in piena campagna elettorale, arrivò una bocciatura: «L'individuazione del concessionario di un bene pubblico di rilevanza economica soggiace ai principi comunitari, è effettuata all'esito di una procedura ad evidenza pubblica, garantendo l'apertura al mercato e alla competizione tra operatori del settore». Parere negativo ma non vincolante. L'ex sindaco in scadenza di mandato non si assunse l'onere di decidere: bloccò la deliberà e rinviò la questione al successore. Pronti i ricorsi al Tar, che già giugno in tempo record diede ragione solo al Savini, in Galleria fin dal 1867 («ha contribuito in modo rilevante a costruire l'identità culturale e il prestigio del Salotto») e negò la deroga a «Gatto Rosso» e «Salotto», che presentarono al Consiglio di Stato. Sentenza attesa per il prossimo 22 giugno.

Arriviamo alla giunta Sala. Con il braccio di ferro giudiziario in corso, ha deciso di lanciare comunque il bando per la concessione degli spazi - l'asta è rimasta aperta dal 3 gennaio al 20 febbraio - precisando che l'esito sarà vincolato al giudizio della Consulta. Prima della gara l'assessore al Bilancio e Demanio Roberto Tasca che gestisce la partita ha consultare l'Anac per decidere se inserire almeno il diritto di prelazione per gli inquilini. Rien à faire. Ai ricorsi già aperti si sono aggiunti quelli per chiedere la sospensiva sull'asta - già bocciata dal Tar - e quelli per contestare il metodo con cui il Comune assegnerà i 60 punti (su 100) in base all'offerta tecnica: dall'impegno a tenere aperto fino a tardi all'assunzione di almeno il 50% con contratto a tempo determinato. La commissione presieduta dalla direttrice Demanio Laura Mari il 20 febbraio ha aperto i plichi per verificare che le buste contenessero tutti i documenti richiesti. Sono in corso i controlli sui certificati antimafia ed eventuali collegamenti tra imprese in gara per entrambi i lotti (causa di esclusione).

Stando alle indiscrezioni, difficile che prima di metà-fine aprile sia convocata la nuova seduta pubblica per comunicare l'eventuale «scrematura» dei concorrenti (sono 10 in gara) e aprire le buste con l'offerta economica.

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