É ormai fuori dalla politica: non è più assessore, consigliere regionale, non è più niente. E l'ipotesi di un suo ritorno sulla scena pubblica è inverosimile. Per questo Domenico Zambetti è da ieri tornato libero: il giudice preliminare Santangelo, contro il parere della Procura della Repubblica, ieri ha firmato il decreto che ha permesso all'ex assessore regionale alla Casa di lasciare il carcere di Opera dove era rinchiuso dall'ottobre scorso con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Il caso giudiziario che portò alla caduta della giunta di Roberto Formigoni è ormai sostanzialmente chiuso, gli imputati hanno iniziato uno dopo l'altro a lasciare il carcere. Ieri tocca anche a Zambetti. Aspetterà a piede libero il processo che a luglio dovrà accertare la verità sui suoi rapporti con i clan della 'ndrangheta che gli avrebbero portato pacchetti di voti in cambio di quattrini e di appalti.
Resa in carcere Eugenio Costantino, il commerciante di preziosi che secondo la Procura gestiva per conto dei clan il rapporto con la politica, e che con le sue torrenziali vanterie (intercettate dai carabinieri del Nucleo Investigativo) ha portato molti mattoni al castello dell'accusa.
E resta in carcere Ambrogio Crespi, fratello del sondaggista Luigi, accusato di avere portato a Zambetti centinaia di voti provenienti dal mondo del crimine organizzato. La sua richiesta di scarcerazione è stata respinta la settimana scorsa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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