Cronache

"Birdstrike", il fenomeno che mette a dura prova gli aerei in volo

Il pilota di un volo partito dall’aeroporto di Linate, con 84 passeggeri a bordo, è stato costretto a mettere in atto una manovra di salvataggio. Non si tratta di un caso isolato

"Birdstrike", il fenomeno che mette a dura prova gli aerei in volo

Durante il volo AZ1765 partito dall’aeroporto di Linate, a Milano e diretto a Palermo, pilota e passeggeri si sono accorti che qualcosa nell'aereo non andava: una grossa quantità di fumo fuoriusciva da una delle due ali. L'airbus A320 di Ita Airways subito dopo il decollo ha mostrato dei problemi negli ingranaggi dei motori a causa di quello che in gergo viene chiamato "birdstrike", cioè il risucchio di volatili che finiscono nelle turbine.

Cosa è successo

Subito dopo l'inizio del viaggio, attorno alle 12.18, l'aereo ha risucchiato un airone provocando un serio danno alla turbina. Il pilota è stato costretto a mettere in atto una tempestiva manovra di emergenza. Il veivolo ha effettuato diversi giri in tondo a sud di Milano, per consumare un po’ del kerosene imbarcato e alle 12.42 ha nuovamente toccato la pista di Linate in modo regolare. A bordo dell'airbus c’erano in tutto 84 passeggeri che, vedendo terra, hanno tirato un sospiro di sollievo. Non appena allertati del guasto, gli operatori si sono messi in azione per monitorare il quadro della situazione e sulla pista sono arrivati i vigili del fuoco pronti a intervenire nel caso ci fosse stato bisogno.

Lo scalo è stato chiuso per tutto il tempo dei controlli e riaperto alle 14.15. Questo ha generato, con effetto domino, numerosi ritardi di altri voli in arrivo all'aeroporto di Milano. Gli esperti nel frattempo stanno esaminando il mezzo per valutarne i danni.

Cos'è il birdstrike

Il fenomeno, che in gergo viene chiamato birdstrike, è noto ai piloti, che devono essere pronti a eventualità di questo tipo poiché ogni anno nel mondo si registrano migliaia di incidenti causati proprio dall'impatto con i volatili. Nel 2019 l'Airbus A319 Alitalia decollato dallo scalo milanese di Linate e diretto all’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo, è dovuto rientrare, anche in quel caso dopo soli dieci minuti di volo a causa dell'"incontro" ravvicinato con gli uccelli.

Nel 90% dei casi avviene soprattutto durante le fasi di decollo o di atterraggio. Solo in alcuni casi può avvenire ad altitudini maggiori. L’effetto che ne può provocare dipende molto dalla grandezza dell’animale, dalla velocità e dalla sua direzione. Quando il "risucchio" coinvolge un uccello di taglia piccola e a bassa velocità i danni sono minori e l'aereo può continuare a volare. Se lo scontro avviene con più animali, invece, le conseguenze saranno ben più gravi e importanti. Il rischio è quello di compromettere la sicurezza di chi è a bordo dell’aereo.

Negli ultimi anni le case costruttrici di motori aeronautici si sono concentrate a verificare la robustezza dei loro prodotti proprio attraverso test per impatti simili a questo tipo. In questo modo è possibile rendersi conto dei danni che potrebbero derivarne e poter quindi studiare delle soluzioni ad hoc in modo da ridurre il pericolo per passeggeri ed equipaggio.

L’evento più straordinario accaduto proprio a causa di un episodio del genere riguarda l’aereo che precipitò nell’Hudson qualche anno fa e che ispirò anche un film.

Un pilota, che ancora oggi viene considerato un vero e proprio eroe, salvò la vite di tutti i passeggeri atterrando nelle acque del fiume Hudson, a New York, per evitare uno stormo di oche canadesi che altrimenti avrebbero fatto precipitare il veivolo.

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