Si chiamano «Madri nella crisi», hanno come modello il subcomandante Marcos e a lui hanno rubato lo slogan di battaglia: «Per lottare è necessario possedere solo un po' di vergogna, tanta dignità e molta organizzazione». Sono 100 operatrici sanitarie del Policlinico, sostenute dall'Usb, che denunciano di essere state licenziate, dopo essere state «sfruttate per anni dall'ospedale e da coop e agenzie interinali».
Il contrattacco è partito il 30 giugno. Per venti giorni sul tetto del Policlinico per protesta, da tre giorni sono incatenate su brandine davanti a Palazzo Lombardia. E accusano i dirigenti dell'assessorato alla Salute di averle umiliate, negando una soluzione e incontrandole in modo non dignitoso. In più, chiedono di incontrare l'assessore. «Noi non possiamo sentirci rappresentate da chi, nella reggia lombarda, pur avendo 43 piani e migliaia di stanze a disposizione, dopo averci fatto attendere un'ora, digiune all'ora di pranzo, ci ha incontrato nell'atrio della portineria senza tavolo né sedie» scrivono in una nota. Aggiungono: «Un incontro precario, come la nostra condizione».
Palazzo Lombardia replica assicurando la massima collaborazione: «L'assessorato alla Salute della Regione sta seguendo con particolare attenzione la vicenda delle Madri della crisi. Si sono già svolti diversi incontri tecnici fra le parti.
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