A Magenta si prega invocando la pioggia. Alla processione partecipa il sindaco

A Magenta si prega invocando la pioggia. Alla processione partecipa il sindaco

Una preghiera per la pioggia, col prevosto e il sindaco. Di fronte alla siccità che minaccia il lavoro e l'ambiente, i cristiani di Magenta sono scesi nelle strade per un pellegrinaggio dalla città alla campagna: «Abbiamo pregato, camminando e recitando il Rosario - si legge nel sito della Comunità pastorale - Non solo per la nostra Comunità, ma per tutto il mondo, specie per le zone in cui si rischia di morire a causa della siccità. La preghiera itinerante ci ha riuniti, ci ha resi solidali».

Preghiere simili si sono già tenute in tutto il Nord Italia. Tridui sono stati celebrati in Veneto. Nella valle del Trebbia un parroco ha dedicato ogni mattina una speciale intenzione alla pioggia, in Lomellina si è celebrata una processione con un crocifisso del Settecento e a giugno l'arcivescovo di Milano Mario Delpini si è recato in pellegrinaggio in tre chiese della Diocesi «a pregare il santo Rosario per il dono dell'acqua».

Magenta, città della santa Gianna Beretta Molla, ha una tradizione fervente di fede. E alla processione dell'altra sera ha partecipato anche il sindaco, Luca Del Gobbo, appena rieletto per il suo terzo mandato. «Con il prevosto don Giuseppe siamo andati in pellegrinaggio da San Rocco alla cappella di San Bernardo, in campagna - ha spiegato - Io ho partecipato, al rosario e alla preghiera per invocare il dono della pioggia, l'ho fatto come primo cittadino e come credente. Qualcuno mi ha criticato ma io non ci vedo niente di strano, è una tradizione e un modo per riconoscere anche, da cristiano, che l'uomo non si basta da solo e - nonostante il progresso - ha un riferimento in Dio e un rapporto con l'Altro, anche con la maiuscola.

È chiaro che l'uomo è tenuto a dare tutto, nella scienza, nella tecnologia e in politica, ma ha anche dei limiti e anzi, quando si credo onnipotente vediamo cosa accade, con la guerra. L'uomo ha bisogno di un bagno di umiltà».

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