La maxi fontana di Apple è già «monumento» da selfie

Apre domani alle 17 il nuovo store in piazza Liberty Cinque milioni di oneri al piano periferie, ma è scontro

(...) che si può replicare in altre versioni a seconda del Paese. A Milano piazza Liberty diventa nei fatti «piazza Apple», l'anfiteatro diventa uno spazio dove milanesi e turisti possono «incontrarsi, connettere, condividere, recuperiamo lo spazio sociale che aveva l'antica piazza» spiega bene la filosofia del progetto firmato dallo studio dell'architetto Norman Foster il market director Apple Southern Europe, Giuseppe Caropreso, nella visita in anteprima allo store. Di sera la parete di vetro potrà trasformarsi in grande schermo per film all'aperto o coreografia per concerti: la serie dei live gratuiti parte già da domani con Lim, venerdì con Mecna, sabato Generic Animal e domenica Milano Chamber Orchestra.

A mezz'ora dall'anteprima gli operai puliscono ancora le vetrate e la pavimentazione in lastre di beola grigia, ne sono stati usati 80mila pezzi. Pietra e acqua sono gli elementi distintivi. Ci si «tuffa» rimanendo asciutti sotto la fontana perchè da lì parte il corridoio che conduce nei sotterranei che furono l'ex cinema Apollo e che ora offrono uno spettacolo diverso, gli ultimi Iphone, Ipad o Mac (oltre 130 modelli) esposti nei tavoli di legno al centro o lungo le vetrine digitali delle due «avenue» laterali. Il forum in fondo alla sala ospiterà dibattiti e laboratori, Today at Apple è il programma di corsi di fotografia e disegno digitale, passeggiate per la città con i creativi o campus estivi 2.0 per i bimbi a cui ci si potrà iscrivere gratuitamente su www.apple.com/today. C'è poi un'ala più riservata per gli incontri con gli sviluppatori. Sono 230 i dipendenti di 10 nazionalità diversa e che insieme offrono 15 lingue parlate dal cinese all'arabo al russo arruolati per il flagship milanese. E il cliente uscirà sempre con il prodotto completamente installato e pronto a funzionare.

«C'è una cosa che non sapete dell'Apple Store che apre in questi giorni (con una piazza e una fontana eccezionali). I contributi pagati da Apple sono in larga parte andati a finanziare il Piano periferie. Per me è un aspetto importante che lega i quartieri tra di loro, solo una parte degli introiti son stati utilizzati per l'appalto nell alimitrofa Ragazzi del 99 che verrà riqualificata a breve. Benvenuta Apple» scrive su Facebook l'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran. In realtà il Municipio 1 votò un ordine del giorno che destinava tutto il pacchetto degli oneri a progetti di recupero in centro, compresa la pedonalizzazione di via Montenapoleone. Invece un milione servirà a rendere via Ragazzi del '99 nello stile di via Santa Redegonda e 4,6 milioni confluiscono nel piano periferie. «Ora ci dicano come intendono recuperare i fondi per eliminare le auto da Montenapo, visto che predicano la mobilità sostenibile, e quando partiranno i lavori» provoca il consigliere del centrodestra nel Municipio 1 Filippo Jarach. «Apprendiamo da Maran - punge il consigliere di Forza Italia in Comune, Gianluca Comazzi - che a finanziare il piano periferie adesso pensa il marchio Apple. Ci troviamo di fronte all'ennesima trovata propagandistica di una sinistra che in questi anni ha speso tante parole senza procedere con azioni concrete».

Anche la consigliera azzurra Silvia Sardone provoca: «Da San Siro a Rogoredo, da Corvetto a via Padova i residenti continuano a lamentare disagi come spaccio, occupazioni abusive e degrado e il piano periferie è un flop colossale. Se i contributi di Apple finiranno lì saranno sprecati».

Chiara Campo

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