Per John McEnroe, punta di diamate della storia del tennis, la «Grande sfida» è iniziata in realtà l'altra notte all'hotel Melià in zona San Siro, dove ha disputato un match a base di racchette di diversa natura, da quelle lignee a quelle verbali, con una signora che non si è certo fatta buttar giù come una «Bambola» qualsiasi. La prima avversaria di McEnroe a Milano è stata niente meno che Patty Pravo. Atterrato da Bratislava, registrata la puntanta di «Che tempo che fa», il campione inglese, i cui scatti d'ira sono proverbiali, ha raggiunto la sua stanza d'albergo e buttatosi sul letto ha sospirato: «Finalmente l'agognato riposo!». L'avrebbe atteso infatti la terza edizione della «Grande Sfida», ieri sera a Genova e stasera al Forum di Assago contro Lendl, Chang e Ivanisevic.
Ma il primo rovescio alquanto indigesto per il nervosetto John è stata l'ugola di Nicoletta Strambelli, in arte Patty, che ha iniziato a palleggiare a notte fonda in una serie di gorgheggi, eseguiti su una musica a tutto volume e poco propizi al riposo del campione. E John non è certo un «Ragazzo triste». Tutti sanno com'è, la sua indole bellicosa con le donne non sarebbe una notizia da «Famiglia Cristiana». Subito lo scatto. Giù dal letto, vestaglia, racchetta in mano, forse deciso a precipitarsi nella stanza accanto, McEnroe ha consigliato, non certo in proverbiale aplomb da gentiluomo, pur essendo figlio di un ufficiale, alla sua ignota vicina di stanza un uso della racchetta non da manuale tennistico, quanto da manualità manovalistica.
La questione si è risolta con la chiamata del portiere di notte, che ha invitato Patty Pravo a rispettare gli orari notturni e a gorgheggiare in quelle ore diurne che avrebbero sancito la scadenza del riposo del guerriero. Sport e arte hanno orari sfasati. Gli artisti sono animali notturni e Patty non fa differenza, essendo stata fin dagli inizi della sua carriera la mitica «Ragazza» del Piper, indimenticata discoteca romana che lanciò la più bella musica degli anni '60. Per Patty cantare la notte è normale. Non lo dovrebbe essere per John, anche se su internet un lettore di questo stravagante episodio meneghino l'ha pizzicato, narrando come commento dell'accaduto questo episodio. «Quando John imparò a suonare la chitarra, abitava nello stesso palazzo di Clapton. Una sera si dedica al riff di «Layla», di cui Clapton compose una parte per il gruppo «Derek and Dominos». John continua a incantarsi sullo stesso punto. All'una e trenta del mattino: din don, il campanello. McEnroe apre la porta e compare Clapton in persona, in pigiama, imbestialito e dice: «Adesso te la spiego, così la smetti di rompere le..., e io posso dormire».
Come nel tennis si conviene, le palle, integre o rotte che dir si voglia, passano nelle due metà del campo: a volte si ricevono, a volte si mandano, per questo bisognerebbe essere sportivi, qualità che la biografia del re del tennis non insegna. I litigi con con la prima moglie, l'attrice Tatum O'Neal, hanno fatto il giro del mondo. «John era violento soprattutto quando era sotto l'effetto della marijuana» ha dichiarato Tatum.
Rocambolesche le performace del campione contro gli arbitri, e storici i suoi match - spettacolo. Patty Pravo non è una zolletta di zucchero, ma anche McEnroe non è farina da pan degli angeli ed è anche contradittorio visto che in seconde nozze ha sposato una cantante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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