Cristina Bassi
Alcuni di loro non sapevano parlare né leggere in italiano, ma avevano superato il test a pieni voti. Questo dettaglio, insieme all'atteggiamento sospetto degli aspiranti patentati, ha acceso l'indagine della polizia locale su un giro di patenti ottenute con esami di teoria truccati.
Gli investigatori del Comando decentrato 8 e del Nucleo crimini informatici e telematici, coordinati dal pm Cristiana Roveda, hanno indagato cinque persone che lavoravano in una scuola guida di via Cignoli, oggi diventata «Autonoleggio Elio». Si tratta della titolare, una donna marocchina, tre italiani e un romeno. Sono accusati di «falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignità pubbliche». Lo scopo era far ottenere la patente di guida a persone che non riuscivano a superare l'esame di teoria, spesso per difficoltà con la lingua. Ma non solo. Tra i circa 50 candidati (tutti indagati) individuati dagli investigatori ci sono molti stranieri ma anche alcuni italiani. Quasi tutti avevano ottenuto la licenza di guida, che ora è stata revocata. Chi indaga è comunque convinto che ce ne siano stati molti altri. Il sistema era ben collaudato e tecnologicamente sofisticato. I cinque della scuola guida, che rispondono anche di associazione per delinquere, fornivano microcamere, modem e batterie montati dentro felpe, su occhiali e orologi, e auricolari piccolissimi. In questo modo il suggeritore poteva vedere in diretta i video con le domande del test e dare al candidato le risposte giuste.
Per questo servizio gli aspiranti patentati pagavano dai 3 ai 4mila euro, a seconda della nazionalità. Il prezzo più alto veniva imposto ai cinesi, il più basso agli egiziani. Ricevevano inoltre precise istruzioni su cosa rispondere se i vigili avessero scoperto che stavano barando e avessero trovato l'attrezzatura che indossavano. Come è accaduto in diversi casi agli agenti che prestavano servizio durante le sessioni d'esame alla Motorizzazione civile. Se interrogati, i candidati imbroglioni dovevano limitarsi a dire di essere stati reclutati dai procacciatori fuori dalla sede del test, tenendo così al sicuro la scuola guida. Poi però i vigili hanno ricostruito, anche sulla base del racconto di un indagato, l'organizzazione che c'era dietro. Le indagini sono partite nel novembre del 2018. Oltre alla ex scuola guida sono stati sequestrati 20mila euro in contanti, gli strumenti per truccare l'esame, computer e cellulari. Le persone che sfruttavano la scorciatoia ideata dalla banda venivano anche da fuori Milano e dal Veneto grazie al passaparola. Era nello scantinato dell'autonoleggio che i candidati si cambiavano e indossavano l'armamentario tecnologico. Una procedura documentata anche nei filmati agli atti.
«La sicurezza stradale - spiega il comandante della polizia locale Marco Ciacci - è fondamentale in ogni grande città. Operazioni come questa permettono di evitare che sulle strade circolino con mezzi a motore persone che non hanno neanche le conoscenze di base del Codice della strada».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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