Il Giro e Milano sono stati per anni una cosa sola. Oggi qualcosa si è rotto. Ha un bel dire il sindaco, Giuliano Pisapia che, in sella ad una bicicletta, ha costruito la propria campagna elettorale. L'ultima tappa del Giro del prossimo anno (4-26 maggio 2013) terminerà a Brescia. La decisione non è solo e soltanto economica, ma come fanno sapere gli organizzatori, anche di sensibilità. «Milano è Milano, su questo non si discute - spiega Mauro Vegni, direttore della corsa rosa -, ma è anche vero che il Giro ha una sua dignità e non può essere calpestata. Brescia ha messo in campo tutto per poter ben figurare, ha fatto sentire il proprio calore e il proprio amore per la nostra corsa: non potevamo dirle di no».
In queste parole forse c'è una buona dose di retorica, ma in ogni caso i sentimenti hanno un loro peso specifico. Poi ci sono i 700 mila euro che la Leonessa d'Italia ha messo sul piatto della bilancia contro i 600 mila che offriva Vicenza (in corsa fino all'ultimo per ospitare il gran finale rosa) e Milano che sul tavolo ha messo solo 100mila euro.
Per non parlare poi della fattura di oltre 90 mila euro, che gli organizzatori si sono visti recapitare da Milano per «occupazione del luogo pubblico» e l'Atm che ha tentato il colpo, cercando di farsi pagare il «mancato introito». Insomma, proprio un bel modo di accogliere il Giro d'Italia, che infatti è in fuga. Da vera città europea, uscita da tempo dal Giro.
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