Un silenzio irreale cala su piazza della Scala quando le prime note escono dal teatro. L'impazienza montante delle migliaia di persone radunate di fronte al tempio della musica milanese si placa e decine e decine di volti fissano la facciata del palazzo. Sono tanti e arrivati da ogni dove: c'è chi è arrivato apposta da altre città italiane e chi invece giunge dall'estero. Chi perché appassionato di musica classica, chi proprio di Abbado. Sono tutti con il naso all'insù per l'ultimo tributo al maestro.
C'è chi come Giuseppe, 75 anni, ha accompagnato la moglie che per gustarsi al meglio l'esecuzione diretta da Daniel Barenboim si è portata anche la sedia da casa: «Io non sono un patito di Abbado, ma mia moglie frequenta da anni la Scala e conosce bene il suo lavoro e così abbiamo deciso di non perdere questo appuntamento».
Ma ci sono anche gli affezionati del compianto direttore d'orchestra come Attilia Giuliani, una dei coordinatori del club degli «abbadiani». Un'associazione con quattrocento iscritti e che non ha perso una delle direzioni del maestro. Anzi, gli «abbadiani» hanno anche già pronto un libro che raccoglie tutte le esibizioni di Abbado, dalle prime del 1952 a quelle dell'ultima primavera, per un totale di 3400. «Si tratta più che altro di un testo per studiosi di musica spiega Attilia - e speriamo che possa essere utile a qualche ente culturale, intanto lo metteremo sul nostro sito». «Essere qui è bello afferma ma il vero momento toccante è stato a Bologna, dove tra l'altro Abbado diresse nel 2010: un momento davvero toccante anche per molti soci che sono arrivati anche da Berlino e Parigi per partecipare alle esequie». E chi non è riuscito a andare a Bologna, ha voluto presenziare alla serata di ieri.
Al tributo musicale non mancano anche i giovani: Alessandro ha accompagnato la sua ragazza da Mantova a Milano apposta per gustarsi l'esecuzione scaligera. «Noi studiamo musica spiega da sotto la sua capigliatura che ricorda tanto Giovanni Allevi - e visto che si tratta di un evento unico avevamo un motivo in più per venire ad ascoltare».
Sono comunque più numerosi i capelli canuti come quelli di Arturo e della sua compagnia di amici, affezionati di Abbado come della Scala, che hanno anche presenziato alle prove della sera precedente, ma hanno sfidato lo stesso il freddo di ieri sera.
Poi ci sono le età di mezzo, come Davide, quarantenne con un lavoro nel teatro diretto a suo tempo da Abbado e ora iscritto da poco agli «Amici del Loggione». Anche lui non ha voluto perdere l'occasione: «Lui è stato un genio della musica senza contare tutto quello che ha fatto per i giovani racconta basta pensare all'impegno profuso per organizzare una rete di orchestre giovanili in giro per il mondo, insomma stasera dovevo essere qui».
C'è anche chi ha colto il momento per portare la protesta in strada: alcuni rappresentanti dei comitati che si oppongono alla via d'acqua per Expo2015 si sono presentati con dei cartelli che recitavano: «Sì ai novantamila alberi di Abbado, no ai novanta milioni per la via d'acqua».
La serata è stata un unicum per Milano e per mezz'ora non c'è stato il consueto sferragliare di tram e suonare di clacson: davanti al tempio musicale di Milano si sono sentiti solo i suoni dei musicisti scaligeri.
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