Circa 2000 case popolari «fantasma», rimaste nascoste e sfuggite ai database delle tante gestioni che si sono succedute negli anni e che sono «riemerse» grazie al censimento di Metropolitana Milanese, la società che ha in gestione il patrimonio immobiliare di Palazzo Marino.
È uno dei dati emersi dalla presentazione dell'Anagrafe dell'utenza nell'edilizia residenziale popolare. Un'indagine che ha permesso di fotografare non solo quali e quante sono gli appartamenti popolari, ma anche i suoi abitanti. Per facilitare la raccolta di documentazione e per «essere più vicini agli inquilini - come spiegato da Davide Corritore, ad di MM -sono stati predisposti 63 punti di raccolta nei quartieri, negli spazi comuni degli stabili e nelle parrocchie, coinvolgendo anche i sindacati e i comitati degli inquilini. Oltre l'80% dei convocati ha risposto e concluso l'intervista utile al censimento, ma rimane una parte di popolazione «nascosta» - circa 1500 nuclei famigliari non si sono presentati - perché non più titolare dei requisiti necessari per avere l'alloggio pubblico o perché abusiva.
Gli occupati non in regola, infatti, sono oltre 1200. Un dato diminuito rispetto al 2014, quando erano 1700, e che al momento è «azzerato» - come ha spiegato il dg Stefano Cetti - grazie alle squadre di pronto intervento che agiscono in flagranza e non consentono le occupazioni. Secondo i dati dei nuclei famigliari analizzati (circa 23mila, su i 50mila inquilini delle case popolari) è emerso che il 53% è formato da over 65. Contrariamente alle aspettative, invece, solo il 22% delle famiglie è composto da extracomunitari, come egiziani e marocchini.
Obiettivi del 2018 - oltre alla riqualificazione degli appartamenti tramite investimenti su nuove tecnologie e sensori per il controllo da remoto di eventuali guasti di ascensori, riscaldamento impianto idrico - anche il coinvolgimento di aziende private.
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