Un mobilificio «fantasma», in realtà mai esistito. Dal quale però partivano delle ordinazioni di merce che regolarmente non veniva pagata ai fornitori, ma rivenduta successivamente a prezzo ridotto e in nero.
Una truffa da 400mila euro quella scoperta dalla Guardia di Finanza di Magenta tra Vigevano, Belgiojoso (Pavia), Gallarate (Varese) e Rosate (Milano) che ha portato all’arresto di cinque persone che gestivano un finto mobilificio - la «2 Erre» di Abbiategrasso - con provvedimenti emessi dal tribunale di Vigevano. I cinque, che risiedono nel varesino e nel pavese, assieme ad altri due denunciati a piede libero, sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta. Hanno tutti precedenti specifici (dalla truffa allo spaccio di droga). Altri quattro soggetti sono stati denunciati per concorso in bancarotta.
I militari hanno iniziato a indagare su di loro qualche mese fa dopo alcune denunce presentate da società fornitrici del finto mobilificio, tanti piccoli imprenditori del magentino che non erano mai stati pagati. I cinque truffatori, infatti, facevano ordinativi di merce (inizialmente mobili, poi oggetti di vario genere, anche sanitari) per valori che andavano da due, tremila euro in su. Poi non pagavano.
Gli arrestati, infatti, erano subentrati da qualche tempo nella compagine societaria della «2 Erre» - ditta che aveva un buon nome spendibile sul mercato - con il falso apporto di capitali, in realtà mai versati. Come amministratore delegato era stato nominato una vera e propria «testa di legno», cioè un magazziniere (anche lui appartenente alla banda) in modo da predisporre senza problemi il fallimento della società. I truffatori potevano così svendere i beni ricevuti dai fornitori, intascando grosse cifre in nero.
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