I funerali verranno celebrati stamane alle 11 nella basilica di San Marco, ma ieri è rimasta aperta fino alle 19 la camera ardente di Valentina Cortese, icona del cinema internazionale e del teatro italiano, morta mercoledì a 96 anni nella sua abitazione, l'ex conventino della centralissima piazza Sant'Erasmo. Il feretro dell'ultima grande diva italiana (è stata uno dei talenti nostrani amati anche a Hollywood e sfiorò l'Oscar con «Effetto notte» di François Truffaut) è stato posto al centro della sala del Piccolo Teatro di via Rovello.
Una scelta, quella della sala, che è un omaggio all'attrice: soltanto in altre due occasioni infatti una camera ardente era stata allestita in sala, per Paolo Grassi e Giorgio Strehler, altro titano del teatro con cui la principessa delle scene ebbe un vero e proprio amour fou.
La bara di legno chiaro e una fotografia degli ultimi anni al centro della sala, quindi tende rosse sul palco, mentre proiettata sul fondo nero una foto di scena: la Cortese, giovanissima, con lo sguardo rivolto verso l'alto, l'ombrello in mano in uno spezzone de «Il Giardino dei Ciliegi» di Anton Cechov, con la regia di Strehler.
Molti i nomi dello spettacolo che hanno voluto salutare per l'ultima volta Valentina Cortese.
Tra queste l'attrice Andrea Jonasson, giunta da Vienna dove vive e lavora, che prese il suo posto nel cuore di Strehler e lo sposò nel 1971, ma che con la grande diva ebbe intrecciò un rapporto di stima e di amicizia. Quindi l'attrice e cantante lirica Rosalina Neri e il regista Filippo Crivelli che ha detto: «La ricordo sempre con il sorriso . Come attrici non ha eredi, ma diva per me non lo è mai stata, anche perché a volte mi riceveva a piedi nudi in pantofole; in un batter d'occhio ha raggiunto una notorietà straordinaria perché aveva un fascino anche interiore che sapeva trasmettere». Per la stilista e amica Raffaella Curiel la Cortese «era indescrivibile, era unica, un angelo dalla bellezza leggiadra. Ineguagliabile».
Particolarmente turbato per la scomparsa dell'attrice il direttore del Piccolo, Sergio Escobar, che ha ricordato «40 anni di lavoro insieme, fatti di visite, condivisione di affetti, e telefonate».
A suo parere il regista cinematografico che più l'aveva valorizzata era stato appunto proprio Truffaut, che «di lei aveva colto tutto».
Il sindaco Beppe Sala, durante la sua visita alla camera ardente l'ha definita «iconica».
«Valentina Cortese ha avuto una vita incredibile, da sogno - ha dichiarato il primo cittadino-. È stata allevata in terra di contadini, quindi è arrivata fino a Hollywood. È stata tante cose assieme e credo che il ricordo che Milano avrà di lei sarà indelebile».
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