Due anni e poco più da sindaco. Tempo di bilanci per Letizia Moratti, magari dopo il pranzo di Ferragosto, passato stringendo mani e sorridendo davanti alle macchine fotografiche di tanti dei 1.500 anziani ospitati dal Comune allhotel Marriot. Giri di valzer con nonnini infaticabili e poi la lady torna di ferro.
Milano è più sicura. A dirlo i dati ufficiali del ministro dellInterno Roberto Maroni.
In città e provincia, nei primi sei mesi i reati sono scesi da 155.363 a 142.466. «Meno 10 per cento - sottolinea la Moratti - La dimostrazione che la politica per la sicurezza funziona. Grazie al governo che in poche settimane ha fatto quello che a Prodi non era riuscito in due anni.
«Ora cè una città più illuminata, 240 nuovi vigili, i militari per le strade, più agenti per strada, il presidio del territorio». Risultati? «Finalmente non ci sono state violenze sessuali nelle aree dismesse. Segno che zone risanate e quartieri riqualificati danno già buoni frutti». Ora, annuncia, è allo studio lordinanza per la sicurezza dopo i superpoteri affidati ai sindaci. Le piaghe da colpire? «Degrado, incolumità personale, droga, prostituzione, truffe agli anziani, accattonaggio». Magari anche ottenendo un po di quei 100 milioni di euro che il governo assegnerà ai Comuni. «Proponendo progetti tecnologicamente avanzati, come telecamere o sistemi di controllo».
La nuova moschea. Certo provvisoria, magari non ancora il grande edificio per accogliere i musulmani che diventano sempre di più, ma sicuramente non la vergogna di un quartiere assediato in viale Jenner o lo spettacolo ridicolo di un imam itinerante seguito dai fedeli. «A settembre un tavolo in prefettura troverà una sede stabile per pregare il venerdì». Per ora mese di ramadan al teatro Ciak nella tensostruttura alla Fabbrica del vapore in via Procaccini. Oltre 600 posti per la preghiera della sera.
Orgoglio non pregiudizio. «Milano - sottolinea allora - si è dimostrata una città aperta, del dialogo e del confronto». In una parola internazionale. «Finalmente. E, infatti, anche nel mondo se ne sono accorti. E io sono orgogliosa di leggere che nella classifica del Worldwide centers of commerce index 2008, risulta ventesima su 75 città del mondo: ha scalato cinque posizioni in un anno. E poi è sesta per la vivibilità estiva». Con il turismo, soprattutto straniero, cresciuto questanno del 10 per cento.
Giù le mani dallExpo. «Milano - si accalora - ha fatto un grande regalo al nostro Paese, dato un enorme contributo alla sua politica estera. E questo nel momento in cui la nostra immagine nel mondo era quella dei rifiuti nelle strade di Napoli, della mozzarella alla diossina e dello scandalo del Brunello». Chiaro che, con la vittoria in cassaforte, sia più difficile mandar giù quello che oggi sembra un assalto alla diligenza, alla torta da fare a fette. «Normale che ognuno cerchi un proprio ruolo in un grande progetto di politica internazionale». Quindi? «Tutti hanno contribuito, ma se lItalia ha vinto è grazie alla forza di Milano, alle sue eccellenze scientifiche, alle sue imprese, al suo modello e progetto di solidarietà internazionale. Abbiamo visitato uno a uno tutti i 132 Paesi con diritto di voto. Non abbiamo raggiunto solo quelli che sono aggiunti allultimo momento, ma a ognuno abbiamo fatto una proposta precisa». E ora? «Non bisogna dimenticare lo spirito con cui abbiamo vinto, puntando su formazione nei Paesi in via di sviluppo, ambiente, solidarietà, collaborazione tecnologica». E adesso? «Il governo riconoscerà i meriti di Milano. Ma bisogna fare in fretta».
Il fantasma di Sgarbi. Aleggia, ma non le toglie il sonno. E, tutto sommato aggiungere alla fascia di sindaco anche la poltrona di assessore alla Cultura non le dispiace proprio. «Lui ha fatto molto e io lho sempre riconosciuto. Magari ci sarebbe voluto un po più di coordinamento con i suoi colleghi. Ora cè». Le mostre aumentano e i biglietti staccati pure. Continua leffetto Sgarbi? «Molto è stato modificato.
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