Sei investigatori della squadra omicidi di Milano sono arrivati ieri mattina su un pulmino in via Riviera Ruzzante a Padova, sede della questura. A mandarli in Veneto è stato il pm della Procura di Milano Claudio Gittardi che coordina l'inchiesta sulla morte di Domenico Maurantonio, il liceale padovano 19enne trovato cadavere domenica mattina dopo un volo di cinque piani nell'albergo «Leonardo da Vinci» di Bruzzano. Riuniti in due stanze con computer, i poliziotti milanesi hanno fatto sfilare negli uffici della squadra mobile locale, tra la mattina e il pomeriggio, tutti i compagni di classe del ragazzo, circa trenta allievi che frequentano la 5 E dello scientifico «Ippolito Nievo» che non erano stati sentiti a Milano domenica. E qualcosa di nuovo emerge. Uno scherzo con conseguenze inaspettate e terribili come quello di aver messo del lassativo in una bevanda che poi avrebbe provocato un malore. E così il quadro cambia e ora le ipotesi diventano quelle delle lesioni colpose e dell'omissione di soccorso. «Mi hanno interrogato 10 ore a Milano e otto ore qui, non potete capire come sto. Siamo tutti in cerca della verità» è stato il solo sfogo di un liceale ai reporter di un quotidiano locale in attesa davanti alla questura. Stamattina toccherà ai ragazzi della quinta F, l'altra classe del «Nievo» in gita a Milano.Intanto, sempre ieri, la preside del liceo, Maria Grazia Rubini, in una intervista all' Huffington Post, insistendo ancora una volta sull'estraneità dei compagni di Domenico in quanto accaduto, ha dichiarato come due compagne del ragazzo morto - tra i sei giovani sentiti a Milano - abbiano riferito agli investigatori che quella notte nel corridoio del piano dell'hotel si aggirava un uomo slavo che le aveva aiutate a entrare nella stanza con la tessera. «Un ospite che usciva sulla scala d'emergenza per fumare - ha spiegato la preside -, una persona sconosciuta». Eppure dagli ambienti investigativi milanesi, nonostante i dubbi espressi dalla magistratura in merito alla caduta accidentale e l'ormai arcinoto livido oblungo trovato sul braccio di Domenico dal medico legale, non emerge al momento alcuna pista investigativa che faccia pensare a una svolta rispetto a quanto già detto.
«Lo slavo? È stato appurato da subito che era un cliente dell'albergo - spiega un investigatore -. Posso ribadire che il quinto piano dell'albergo era tutto sporco. Il pavimento. Le pareti. Il davanzale della finestra. E perfino il muro esterno sfiorato dal corpo di Domenico Maurantonio durante il tragico e mortale volo dal quinto piano.
Il ragazzo è stato sicuramente colpito da un violentissimo attacco intestinale tanto da stare malissimo, da non riuscire più a controllarsi, da lasciare pesanti tracce ovunque e forse da perdere anche il controllo di sè. Così è riuscito a malapena a infilarsi le scarpe, abbandonando gli occhiali che portava sempre addosso sul comodino. Adesso qualcuno parla di goliardata, di uno scherzo fatto con il lassativo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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