Le multe sul cavalcavia del Ghisallo sono nulle

Il giudice accoglie il ricorso di un automobilista: "Segnaletica carente". In dubbio decine di migliaia di sanzioni

Le multe sul cavalcavia del Ghisallo sono nulle

Automobilisti 1 - Palazzo Marino 0. Per la prima volta, e sarà la prima di una lunga serie, il Comune è stato sconfitto sul terreno degli autovelox. O meglio, il Giudice di Pace ha dato ragione a un automobilista che contestava una multa scattata sul cavalcavia del Ghisallo per vizi legati alla segnaletica. Cioè nel merito, e non per vizi di forma, ovvero per il superamento dei 90 giorni di limite per la notifica. Il 4 giugno il giudice Caterina Bonasoro ha accolto il ricorso e condannato l'amministrazione a pagare 200 euro di spese processuali «per vizi inerenti la segnaletica e la visibilità dell'apparecchio». «La segnaletica appare contraddittoria - recita il dispositivo -: si passa da limiti di 50 km/h a 70 km/h nel solito tratto di strada e sono presenti segnali che indicano una strada extraurbana principale e non urbana di scorrimento, come sembrerebbe dai limiti prescritti. Inoltre l'apparecchio non è visibile, mancando le indicazioni prescritte dalla circolare Maroni».

Due i punti contestati: la segnaletica è contraddittoria e poco visibile. Secondo l'avvocato Marisa Marrafino il fatto che non sia presente nessun cartello che segnali l'inizio di centro abitato e, al contrario, ci sia un «segnale che indica proprio che si tratta di strada extraurbana di scorrimento» trattandosi, tra l'altro, dello sbocco dell'autostrada dei Laghi, indurrebbe l'automobilista in errore. Per verificare l'esatta classificazione della strada, è stato depositato un esposto al Ministero dei Trasporti. Tradotto: da verificare il limite di velocità a 70 km/h o a 90 km/h a seconda del tipo di strada. È facile immaginare le conseguenze che un'eventuale diversa classificazione comporterebbe per i ricorsi.

Per quanto riguarda la visibilità, il giudice ritiene che l'autovelox non sia segnalato a sufficienza. L'occhio elettronico installato il 10 marzo 2014 fa staccare 30mila multe per eccesso di velocità nelle prime settimane. «Percorrendo la strada da via Sumatra non esistono segnali di prescrizione di velocità - si legge nel dispositivo - se non posizionati sulla destra della carreggiata, e non sulla sinistra come dovuto». La circolare del ministro Maroni del 14 agosto 2009 stabilisce che le postazioni fisse di rilevamento della velocità devono essere ben visibili attraverso un'opportuna colorazione. Forse non tutti si ricorderanno del caso di via Missaglia dove i milanesi esasperati si sono colorati da soli l'autovelox... Così da Palazzo Marino si difendono ricordando il display luminoso, che «è stato installato dopo un certo periodo» ricorda l'avvocato, e l'attività di volantinaggio informativa.

La morale? Questa sentenza apre la strada a un migliaio di ricorsi di automobilisti che ritengono di aver preso ingiustamente una multa perché appunto non si erano accorti del limite. Non solo, la condanna per il Comune al pagamento di 200 euro di spese sarebbe, secondo l'avvocato, una cifra record. «Prima di fare ricorso - spiega l'avvocato Marraffino - noi invochiamo sempre l'autotutela, ovvero chiediamo all'amministrazione di annullare la multa che intendiamo impugnare, ma non riceviamo mai risposta. Nei casi più gravi la collaborazione dell'istituzione permetterebbe di evitare l'iter processuale e quindi il pagamento delle spese, che sono poi a carico dei contribuenti».

«Ora sempre più milanesi faranno impugneranno le multe prese con gli autovelox - commenta Fabrizio de Pasquale,

consigliere di Forza Italia e il comune perseguendo in maniera cieca l'obiettivo di fare la cassa cosa fa? si prepara a installare telecamere nelle zone 30, come in via Larga, nel tentativo di colpire milanesi in buona fede».

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