Quando i finanzieri hanno cominciato a fare i conti del verbale per gli scontrini non battuti, il ristoratore cinese ha iniziato a sudare freddo e vedendo che il totale si stava avviando a una cifra a quattro zeri ha pensato bene di cercare un «concordato» estemporaneo. Quindi è andato nel retrobottega, ha aperto la cassa segreta, ha preso una mazzetta di soldi ed è infine tornato allungando mille euro ai due militari. Trovandosi prontamente i polsi stretti in un tintinnante paio di manette. Una settimana in cella per riflettere sulla sua eccessiva disinvoltura, poi è stato scarcerato, in attesa di processo.
Lo straniero, H. R. X., 42 anni è titolare di un avviato ristorante in porta Genova, tre vetrine, cucina asiatica, con menu che svaria dalle specialità giapponesi a quelle coreane, con un discreto giro di clienti. Mercoledì scorso un paio di finanzieri sono andati a effettuare uno dei tanti controlli che quotidianamente vengono effettuati negli esercizi pubblici. Hanno chiesto di vedere ricevute, fatture, scontrini mettendoli un po' insieme. Così si sono accorti che ben 19 ricevute di pagamenti con pos o carte di crediti non avevano corrispettivi di fattura.
I militari si sono messi a redarre il verbale e quando sono arrivati a 20mila euro di multa, per tacere della chiusura del locale dai 3 ai 30 giorni, il cinese è sbiancato. Quindi ha deciso di chiudere a modo suo il contenzioso con lo Stato. È sparito nel retrobottega per tornare qualche istante dopo con una mazzetta da mille euro.
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