
Dopo oltre mezzo secolo, il Comune correggerà la targa che ricorda Piero Gobetti. Intellettuale, simbolo dell'antifascismo, Gobetti morì a soli 25 anni in Francia, dove era stato costretto a trasferirsi lasciando Torino per sfuggire alle ripetute aggressioni squadriste e per poter continuare a pubblicare i suoi scritti. Milano dopo la Liberazione gli tributò l'onore di una targa con il suo nome su una piazza, in zona Lambrate. «Pietro Gobetti, 1902-1926». Ben due errori. La data di nascita vera è il 19 giugno 1901 e il giornalista si firmò sempre Piero e aveva aperto con quel nome nel 1923 aveva aperto una casa editrice. Non si sa per quale anomalia mezzo secolo fa sia spuntata quella t di troppo. Si chiama Centro studi Piero Gobetti anche l'istituto culturale che raccoglie tutti i suoi scritti, oltre a 50mila titoli e 3.800 testate giornalistiche sulla storia e il pensiero politico contemporaneo, fondato dalla vedova Ada Prospero, dal figlio Paolo e dalla nuora Carla a Torino nel 1961. E con il nome Pietro è stato sepolto nel 1926 nel Cimitero monumentale parigino Père Lachaise.
É proprio dopo un passaggio lì l'estate scorsa che il Capo di gabinetto del sindaco, Maurizio Baruffi, ha pensato che fosse ora di porre rimedio agli errori del passato e sono state avviate le procedure. E la giunta venerdì scorso ha approvato l'installazione della nuova lapide, accogliendo un'altra richiesta che veniva dai gobettiani. «Oltre alla data e al nome corretti - spiega - la targa riporterà anche una nuova declaratoria più adeguata alla sfaccettata e poliedrica di Gobetti». Da «scrittore e politico» a «intellettuale liberale e antifascista».
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