Ora tra i padiglioni sfila l'orgoglio gay E Sala fa il candidato

All'Expo anteprima della parata che si terrà sabato in città Il commissario: «Sì alle iniziative in favore delle pari opportunità»

Il commissario unico di Expo Giuseppe Sala fa le prove generali da candidato sindaco. O almeno, così parecchi esponenti del centrodestra milanese interpretano il suo intervento al pre gay pride organizzato dal padiglione Usa. Sala non si è sbilanciato in dichiarazioni esplicite (anche se dei falsi tweet gli attribuiscono prese di posizione a favore dei matrimoni gay). Ha semplicemente dato la disponibilità a prestare il palco di Expo ad alte iniziative a favore della tolleranza sociale e ha dichiarato di essere a favore delle pari opportunità. Ma solo la sua presenza sul palco di fronte alla platea delle associazioni omo è bastata per sollevare polemiche e decretare la sua volontà di candidarsi. Come se fosse uscito alla scoperto sulle sue intenzioni post Expo e post Pisapia.

«Mi pare che Sala abbia compiuto una chiara scelta di campo - commenta il capogruppo regionale della Lega Nord, Massimiliano Romeo - probabilmente sta già valutando l'ipotesi di candidarsi a sindaco di Milano». Rammaricato il consigliere Fdi Riccardo De Corato: «Mi auguro sia solo un incidente di percorso, anche perché Sala finora ha mantenuto un profilo super-partes». Tuttavia il commissario Expo ha parlato dallo stesso microfono da cui, pochi minuti dopo il suo intervento, il sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto ha lanciato critiche e invettive contro il Family day di Roma, dando una connotazione politica ancora più evidente all'incontro ad Expo. «Spero che la decisione di Sala - aggiunge De Corato - sia solo la conseguenza di una sottovalutazione, perché se fosse, la sua, una presenza politica, credo che bisognerà trarne le dovute conseguenze».

Il consigliere Matteo Forte (Polo dei milanesi) giudica l'intervento di Sala «inopportuno» e ricorda due episodi: quando Sala disse che a Expo si sarebbe parlato solo di tempi legati all'alimentazione e quando «riservò tutt'altro atteggiamento al convegno regionale sulla famiglia che si tenne in Regione a inizio anno».

«Curioso vedere - aggiunge l'assessore regionale alle Culture, Cristina Cappellini - come l'abbraccio di Expo alla cultura Lgbt non abbia destato quel clamore che la sola apposizione del logo Expo al convegno di Regione Lombardia sulla famiglia dello scorso gennaio aveva riscosso, con un linciaggio mediatico a cui abbiamo risposto a testa. Evidentemente, per certi benpensanti è preferibile una parata di drug queen alle esigenze delle famiglie italiane».

Secondo il centrodestra Sala, forte di un miglioramento dell'andamento di Expo, tasta il terreno per una sua eventuale candidatura alle prossime comunali. Lo fa con cautela, ma lo fa anche nella settimana delle istituzioni, nei giorni che Expo ha dedicato alla politica e ai capi di Stato.

Assente dalla cerimonia di presentazione del gay pride Usa ad Expo il sindaco Pisapia (che però ha annunciato che sabato sarà al corteo del gay predie «per ribadire che non abbiamo paura di amare»), c'erno invece la vice Ada Lucia De Cesaris («Seguiamo l'esempio dell'Irlanda») e l'assessore Pierfrancesco Majorino («Superiamo i limiti di queste istituzioni medievali») . Ma le parole di Sala, ben più leggere, sono quelle che hanno lasciato maggiormente il segno.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica