A Palazzo Marino un via-vai politico Quanta ipocrisia sulla par condicio

Sembra che il Comune abbia intenzione di attenersi scrupolosamente a una regola per cui le amministrazioni pubbliche, durante la campagna elettorale, sospendono le attività di comunicazione, salvo quelle con forma impersonale e che siano considerate indispensabili. Si tratta con ogni probabilità di una decisione presa in ossequio alle norme sulla «par condicio». Una scelta che non si può certo biasimare. Il problema è che finora ha sbalordito l'iperattivismo politico di coloro che, di Palazzo Marino, sono i principali inquilini. È dalla convocazione delle primarie della sinistra che è tutto un via-vai di ambizioni e dichiarazioni: prima le indiscrezioni sui sogni nazionali del sindaco, Giuliano Pisapia, poi il passo avanti - poi rientrato - dell'assessore Stefano Boeri. Infine l'avventura, baciata da ben poco successo, di Bruno Tabacci. E ancora le voci sulle candidature del vicesindaco Maria Grazia Guida e dell'assessore Lucia Castellano. È stato tutto un continuo intrecciarsi fra figure amministrative e (legittima, certo) attività politica.

Fino agli squilli di tromba di Pisapia, impegnato pancia a terra, tanto da chiedere ai suoi di «ingranare la quarta». In tutto questo can can la comunicazione «impersonale» di Palazzo Marino stride come una piccola grande ipocrisia.

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