Passata la visita del Papa il sindaco rilancia: "Adozioni a coppie gay"

Sala come Orlando: "Sono molto favorevole". Il centrodestra lo attacca: "Si occupi di Milano"

Passata la visita del Papa il sindaco rilancia: "Adozioni a coppie gay"

«Sono decisamente aperto alle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso». A tre giorni dalla visita del Papa a Milano, il sindaco Beppe Sala ieri è tornato a sventolare la bandiera dei diritti civili, compreso il capitolo delle adozioni gay su cui anche il Pd non è compatto. É senza dubbio un assist al ministro della Giustizia Andrea Orlando, il candidato alle primarie anti-Renzi che è stato tra i più strenui difensori della stepchild adoption, poi stralciata dal ddl Cirinnà del 2016. A margine della presentazione di «Diversity Media Report 2016», la ricerca annuale sulla rappresentazione delle tematiche Lgbt nei media italiani (le notizie sono triplicate in un anno) e i premi collegati che verranno assegnati - anche da Sala - il 29 maggio all'Unicredit Pavilon, il sindaco ha sottolineato che sul tema ha «certamente un livello di apertura. Poi c'è una complessità che merita una definizione legislativa, ancora un pò in corso». Ma Milano «è la città ideale per interpretare i cambiamenti. Personalmente non sto fermo esattamente a ciò che deve fare la politica, cerco di fare di più nel rispetto della mia sensibilità. Credo che sia il momento in cui tutti debbano attivarsi affinché si arrivi a una parità di genere assolutamente vera». E ricorda anche la sua presenza ai funerali di Fabiano Antoniani, noto come dj Fabo, deceduto con la procedura del suicidio assistito in una clinica svizzera «dà un altro segno, ilo scorso 27 febbraio. «Io - ribadisce il sindaco - vorrei essere attento alle esigenze che nascono dalla città, poi a volte mi arrogo il diritto di non agire solo da sindaco ma da cittadino». L'assessore dem al Welfare Pierfrancesco Majorino al suo fianco conferma l'impegno del Comune intanto sul biotestamento.

Non si fanno attendere le reazioni del centrodestra. Il capogruppo di Milano Popolare Matteo Forte fa notare che è «la tecnica già vista con la giunta Pisapia, alzare la cortina fumogena dei diritti gay e dell'eutanasia per nascondere col fumo ideologico il nulla amministrativo. Si occupi di Milano e non di cose che non gli competono». Anche per il consigliere di Forza Italia Luigi Amicone «dovrebbe concentrarsi sui tanti problemi che ha come sindaco, una su tutte la vicenda Atm, un'azienda straordinaria fino ad oggi ma non sappiamo se sarà coinvolta in cambiamenti stile Atac a Roma se avrà come socio Fs». Di legge sulle adozioni «potrà occuparsi se e quando andrà in Parlamento con Renzo o altri, ad oggi va rispettata quella che, per fortuna, garantisce il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà». Sala «evidentemente - contesta il capogruppo della Lega Alessandro Morelli - preferisce difendere l'egoismo degli adulti nella loro voglia di genitorialità piuttosto che il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre. Lo sfidiamo a partecipare ad un convegno che organizzeremo su questi temi. Certo, che si sia atteso il passaggio del Papa per rispolverare questi argomenti rivela quanto sia una posizione di bandiera e non rappresenta affatto il sentire della maggioranza dei milanesi.

Poi noto che il sindaco fa di tutto per dividere la sua maggioranza, sono certo che sul tema delle adozioni gay parte dei suoi consiglieri, dai cattolici all'islamica Sumaya Abdel Qader, abbiano una posizione ben diversa». E la coordinatrice Fdi Viviana Beccalossi, assessore regionale, dice: «Non m considero bacchettona o bigotta, ma rabbrividisco al solo pensiero di un mammo».

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