Cronaca locale

Piano per zone depresse: la Lombardia "smartland"

Duecento milioni a sostegno di quelle più isolate. L'obiettivo è fermare l'esodo con servizi e digitale

Piano per zone depresse: la Lombardia "smartland"

Infrastrutture, fisiche e digitali, viabilità e poi impianti, sportivi e civici, funivie, piscine e spazi espositivi. Misure per quasi 200 milioni di euro. Interventi coordinati e orientati a uno scopo: rivitalizzare le «aree interne» della regione, contrastando l'isolamento e invertendo i fenomeni di spopolamento e migrazione.

La premessa è che la Lombardia non è solo Milano, o Brescia o Bergamo, non è fatta solo di metropoli, città vivaci e benestanti, o distretti industriali e aree agricole. I territori produttivi convivono con quelli isolati o depressi. O con le «aree interne». Il presidente Attilio Fontana ne ha già visitate tre. Dopo Alto Oltrepò e Valcamonica, ieri ha toccato l'Alto Lario, e presto completerà il tour: li vedrà tutti e 14 i distretti interessati dal programma, per verificare lo stato degli investimenti regionali e ascoltare le istanze dei territori, di quella Lombardia profonda e spesso lontana dai riflettori, che custodisce l'identità e la forza della regione più grande d'Italia. «La strategia delle aree interne - ha spiegato - ci permette di intervenire su territori splendidi ma caratterizzati da isolamento geografico e fragilità economiche e demografiche. I fondi che mettiamo a disposizione contribuiranno a sviluppare e potenziare l'attrattività di queste aree, facendo sistema con altre iniziative già progettate o presentate, in modo da ottimizzare l'impiego di risorse e offrire risposte concrete e in tempi certi ai cittadini. La Lombardia come Smartland è il punto di arrivo: diffusa digitalizzazione, sviluppo della competitività per tutti i territori, anche quelli che ora non esprimono al meglio le proprie potenzialità».

L'idea, dunque, è la Lombardia come «Smartland»: una regione in grado di dare le stesse opportunità a tutti, anche a chi vive in aree attualmente isolate o svantaggiate, in territori da rivitalizzare e innervare di servizi, anche digitali.

Lo strumento messo in campo per raggiungere questo scopo è, appunto, la strategia «Aree interne», che si inserisce in un piano nazionale e coinvolge fonti di finanziamento comunitarie, oltre a risorse nazionali, regionali e locali, e richiede un forte coordinamento fra politiche ordinarie e programmazione comunitaria.

Inizialmente, le aree individuate dalla Regione erano 4 (Valchiavenna, Oltrepò, Alta Valtellina e Alto lago di Como). Adesso sono 14. E ieri Fontana ha toccato le «Alto Lago di Como e Valli del Lario» e «Lario Intelvese e Valli Lario Ceresio». Insieme a Massimo Sertori, assessore a Enti locali, Montagna e Piccoli Comuni, accompagnato dal sottosegretario Fabrizio Turba e dal presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, Fontana ha presentato ai sindaci l'«agenda del controesodo», che conta sulla collaborazione del Politecnico di Milano e con Anci Lombardia.

Nella sua tappa, Fontana ha visitato una funivia, il cantiere della variante alla Tramezzina, il Museo Barca Lariana e il borgo storico di Pigra. «Interventi come il ripristino della funivia di Argegno-Pigra e la riqualificazione dei borghi storici - ha detto - segnalano la vicinanza della Regione a realtà preziose e uniche come queste, che davvero meritano di essere visitate e conosciute.

La testimonianza di come i fondi regionali, e il Piano Lombardia in particolare, incidano positivamente e concretamente sui territori».

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