Pisapia fa il furbo sulle «tasse gentili»

Giuliano Pisapia dà l'annuncio ufficiale davanti al pubblico di un convegno in Bocconi: a riscuotere le tasse locali e le multe dei milanesi dopo il divorzio da Equitalia, sarà una struttura ad ho creata insieme ad altri comuni, come quello di Torino, che hanno deciso di fare a meno dei servigi della struttura agenzia delle entrate. Sarà, spiega Pisapia, un esattore dal volto umano, in grado di distinguere tra chi non paga le tasse per fregare lo Stato, e chi invece non ce la fa perché vittima della crisi economica.
Ma sui buoni propositi del sindaco piomba la scure di chi conosce bene il meccanismo dei rapporti tra cittadino e fisco: Attilio Befera, numero uno di Equitalia. Non prendiamoci in giro, replica pragmaticamente Befera a Pisapia: non esiste un fisco dal volto umano. Quale che sia l'ente che raccoglierà a livello locale l'eredità di Equitalia - spiega Befera ai bocconiani -non potrà fare altro che applicare le normative esistenti, dove il comma dell'indulgenza non compare. «I Comuni devono applicare le regole sulla riscossione e non possono attuare sistemi diversi» .


Pisapia ammette che distinguere i furbi dagli indigenti è difficile, ma assicura che comunque si andrà in quella direzione: e cita ad esempio la linea di tolleranza intelligente inaugurata verso gli inquilini morosi delle case popolari.

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