E tanto per cambiare, a pagare il prezzo dello stallo amministrativo sono le categorie più fragili. Anche stavolta tocca ai disabili. Sono ragazzi e ragazzi che sognano di trovare un lavoro, che hanno il curriculum pronto e aspettano solo l'occasione giusta. Ma l'occasione per loro, più che per altri, è tutta da conquistare: devono dimostrare che sono in grado di scrivere al computer, di telefonare, di spostarsi autonomamente, anche se con qualche intoppo in più. Tanti di loro ogni mattina accendono il pc e controllano se il bando per l'inserimento dei disabili nel mondo del lavoro è stato pubblicato. E ogni giorno trovano la pagina «non aggiornata». La solita, amara sorpresa, che vuol dire: aspettare, aspettare ancora. In realtà il bando c'è, è pronto nel dettaglio. Anzi, è stato perfino migliorato rispetto all'edizione dell'anno scorso. Ci sono quasi 10 milioni (dati dalla Regione Lombardia alla Città metropolitana) da investire per incoraggiare le aziende ad assumere 1.300 disabili. Ma non è possibile pubblicarlo. O meglio, lo si potrebbe fare in un attimo. Ma, una volta messo per iscritto sulla gazzetta Ufficiale, il bando non potrebbe essere seguito da nessuno. Alla Città metropolitana, ridotta ormai a una città fantasma, manca il personale. Non solo i dipendenti sono stati dimezzati, ma l'operazione è stata fatta - dicono fra i corridoi dell'ente in agonia - in modo del tutto indiscriminato. Sono cioè stati lasciati a casa i tecnici che da anni - per l'esattezza da 11 - si occupano del bando Emergo, ne conoscono procedure e cavilli. Ora non c'è più nessuno che possa raccogliere le buste di partecipazione, che possa accertarne la validità e soprattutto che gestisca l'assegnazione dei fondi alle aziende che assumono. Gli stessi dipendenti del settore Formazione e Lavoro qualche giorno fa hanno scritto una lettera ai vertici dell'ex Provincia per dire che non sono in grado, così pochi, di garantire la gestione del bando. Loro sanno benissimo quanto è grande la mole di domande che arriveranno negli uffici e si rendono conto che è a rischio il successo dell'assegnazione dei fondi. E quindi il lavoro per i disabili. Ecco le conseguenza di quella riduzione di personale (circa il 30%) che il Governo ha fatto passare come «taglio agli sprechi». Dal canto loro, i dirigenti della Città metropolitana, che hanno a che fare con un dissesto finanziario di 100 milioni di euro (a causa del mancato trasferimento di fondi da parte dello Stato), fanno quello che possono: chiedono, se non altro, rinforzi. Basterebbe una decina di persone, anche assunte a progetto, per poter dare inizio (e soprattutto fine) al bando per l'inserimento lavorativo mirato dei disabili.
I 10 milioni regionali, in gestione alla «Città che non c'è quasi più», offrirebbero supporto a quei datori di lavoro, pubblici e privati, impegnati a realizzare l'obbligo di assunzione delle persone portatrici di handicap, attraverso programmi di integrazione lavorativa. Solitamente il bando viene pubblicato entro la metà di gennaio. Quest'anno si spera entrometà marzo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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