Ponti vecchi, sos al governo: "Servono decine di milioni"

Ecco il check-up lombardo, provincia per provincia. "Situazione sotto controllo, ma necessari fondi statali"

Ponti vecchi, sos al governo: "Servono decine di milioni"

I ponti sono moltissimi e le risorse attuali non bastano. Non mancano aree di criticità nella mappa lombarda di strade, ponti e opere idrauliche, che è stata presentata ieri a Palazzo Isimbardi. Almeno 270 i casi da guardare con attenzione, per un fabbisogno di oltre 200 milioni, in parte da coprire. Servono «decine di milioni» ha anticipato il presidente dell'Upl, Pier Luigi Mottinelli. La situazione tuttavia è sotto controllo - questo il messaggio delle Province e dell'Anci - e i cittadini possono stare tranquilli, perché il monitoraggio è continuo e dove si deve intervenire si interviene, se non altro chiudendo.

Il check up è partito il 20 agosto, dopo la tragedia di Genova, quando le Province lombarde hanno ricevuto una lettera dal Provveditorato interregionale, per avviare la verifica e il monitoraggio sullo stato di conservazione delle infrastrutture. Il giorno dopo è partito il tavolo di coordinamento, per raccogliere i dati sugli oltre 1.500 Comuni lombardi. E questa è solo una prima ricognizione (solo per indagare i ponti della Provincia di Como servirebbero 880mila euro).

«Oggi ci si accorge che è indispensabile monitorare - ha spiegato Arianna Censi, vicesindaco della Città Metropolitana di Milano - Noi lo abbiamo sempre detto che gli interventi in questo ambito sono di lungo periodo, non finiscono in 6 mesi». «A Milano tutto è sotto controllo» ha continuato. Tra gli interventi straordinari, segnalato quello sul ponte della Milano-Meda. «Non abbiamo situazioni d'emergenza e laddove si fossero presentati, gli accessi sono già limitati o chiusi».

Sei i ponti sul Po nel Pavese, 250 manufatti in tutto. Servirebbero interventi per 23 milioni di euro, la metà ha già copertura finanziaria. «Il ponte della Becca è il paradigma di questa sofferenza» ha spiegato il presidente Vittorio Poma. Stesso discorso il ponte della Girola. La Becca (1,1 km, aperto nel 1912) diventerà un monumento quando arriverà un nuovo ponte. Costo stimato: 70-80 milioni. Il crollo del ponte con Piacenza è un brutto ricordo per Lodi, Provincia giovane, che ha difficoltà a reperire da Milano i dati dei vecchi ponti. Ha 600 km di strade, e fa i «salti mortali per chiudere il bilancio». A Sondrio il 93,33% del bilancio è volato a Roma. Basta questo a spiegare tutto. Sondrio ha 447 km di strade provinciali e 250 ponti. Le situazioni con criticità sono 65. La stima sulle 5 più critiche richiederebbe 10 milioni.

Varese ha 244 ponti o e non ha segnalato situazioni preoccupanti: «Ma servono risorse importanti». Priorità a 4 ponti costruiti in calcestruzzo negli anni Cinquanta. Mantova conta 536 opere in tutto, 32 ponti in evidenza, fra cui i 5 sul Po, per una spesa complessiva di 25 milioni in parte già finanziati. Monza ha una rete viaria limitata ma altissima densità di abitanti, industriale e di traffico. Il problema è la Milano-Meda, dove passano 100mila veicoli al giorno. Ci sono 36 ponti da inglobare in Pedemontana: urge sapere se si farà. Lecco ha segnalato 13 tra ponti e cavalcavia, 6 dovranno essere ricostruiti e 7 rinforzati per una spesa stimata di 35 milioni. Anche a Cremona sorvegliati speciali i ponti sul Po: uno è chiuso, un altro è a senso unico alternato. In corso 8 interventi per 20 milioni, finanziati. Como sta facendo interventi sui ponti per 4.7 milioni e nel report ne ha segnalati altri 23 prioritari per 21 milioni. Bergamo ha 1390 ponti e ha chiesto 40 milioni. Brescia ha complessivamente 480 ponti, cinque con criticità di una certa urgenza, e ha previsto interventi per 10 milioni di euro.

La Lombardia ha 9.491 chilometri di strade provinciale, e 2.429 di interesse regionale.

I bilanci però sono falcidiati dalle «restituzioni» che lo Stato ha chiesto alle Province: un «federalismo al contrario», che ha inciso molto sui bilanci provinciali, dal 58% di Varese al 93% della Provincia di Sondrio, di fatto bloccando gli enti: Lodi ha dovuto chiudere gli uffici per mancanza di personale. Un decreto ministeriale di febbraio ha finanziato degli interventi straordinari, stanziando 1,6 miliardi: 120 milioni per il 2018 e 300 milioni per ciascuno degli anni successivi fino al 2023.

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