Simone Finotti
Anche gli archeologi, a volte, tornano. Lo sanno bene i giovani «detective dell'antichità» dell'Università Cattolica - ricercatori e studenti di Beni culturali e della Scuola di specializzazione in beni archeologici - che, proprio in questi giorni, hanno terminato la seconda settimana di intenso lavoro nell'ambito del progetto «Ritorno a Castelseprio», per scoprire il nuovo volto di uno dei siti archeologici medievali più amati della Lombardia e non solo. Dal 2011 è Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco come parte del sito seriale «Longobardi in Italia: i luoghi del potere», che comprende anche il vicino monastero di Torba. E proprio di Longobardi si parla anche se il sito fu abitato fin dall'età protostorica. Fu nei due secoli di dominazione del «popolo delle lunghe barbe», tra il 568 e il 774 dopo Cristo, che il castrum oggi in provincia di Varese assunse un'importanza centrale nel contado che ne ereditò il nome.
Facile da raggiungere, a mezz'oretta da Milano (e pensare che ai tempi era un borgo impenetrabile), è l'ideale per una gita fuori porta, come sembra suggerire la stessa dedica dell'edificio più noto del complesso: la piccola chiesa di Santa Maria «foris portas», un gioiellino situato fuori dalle antiche mura e decorato da affreschi di incerta datazione. Ma l'area riserva ancora molte sorprese: le stanno svelando poco a poco gli archeologi della Cattolica, con una ricognizione condotta con le metodologie più moderne. Oltre al telerilevamento Lidar, basato su impulsi laser, il pool ha messo in campo un drone che sta scandagliando la chiesa di San Paolo e restituisce spettacolari e inedite fotogrammetrie aeree che permettono di ipotizzare con maggiore precisione come si presentasse in origine l'edificio. Per il momento non si parla di scavi, ma stanno emergendo dettagli di grande interesse.
Si indaga anche su zone esterne alla cinta muraria, in cui sembrano esserci tracce di antiche strutture. Intanto al Municipio di Castelseprio, un ciclo di conferenze fa il punto sui risultati e sulla storia di questa terra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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