Arriva il predicatore anti Israele: gli islamici imbarazzano il Pd

Arriva in città Ramadan, invitato dal Caim di Sumaya Abdel Qader Ebrei allarmati, Democratici in imbarazzo, voci sul veto del segretario

Arriva il predicatore anti Israele: gli islamici imbarazzano il Pd

È il giorno di Tariq Ramadan. Alla viglia del voto la campagna elettorale si infiamma per l'arrivo del predicatore islamista, che stasera parlerà alla Camera del lavoro, invitato dal coordinamento delle associazioni islamiche, quel Caim che schiera nelle liste Pd (grazie all'investitura dell'assessore Pierfrancesco Majorino) la sua responsabile culturale: Sumaya Abdel Qader rilascia proclami sull'integrazione ma regolarmente finisce al centro delle critiche. Alcuni giorni era stato un dirigente di peso del Pd, Lele Fiano, a stigmatizzare le dichiarazioni della dirigente del Caim su Israele e Brigata ebraica, parole che avevano suscitato anche le considerazioni amare e pesanti di un «compagno» autorevole come Sergio Scalpelli. Elogiando l'intervento di Fiano, l'ex assessore alla Cultura aveva sentenziato: «Evidente che ai compagni Bussolati e Quartapalle è stata tirata la classica sòla». Una fregatura: «È un giro di integralisti islamici camuffati» scrisse Scalpelli. Oggi non potrà che rincarare. Ieri, infatti, il Foglio ha citato Abdel Qader per una foto, pubblicata sul profilo dell'associazione islamica degli imam, che la ritrae nel corso di una lezione dedicata a «Gli obiettivi giuridici e religiosi dei riti religiosi dell'islam». All'incontro nella moschea di Segrate, si legge, la candidata Pd è stata immortalata «in compagnia di altre donne musulmane. Separate dagli uomini». La stessa scena che si era vista al congresso dei Giovani musulmani, molto discussa dall'ex consigliere regionale radicale Alessandro Litta Modignani, che ha chiamato in causa il marito della Abdel Qader, dirigente storico dei Gmi. Litta ha già detto che voterà per Maryan Ismail, che nel Pd rappresenta un islam diverso, laico. Altra voce chiara è quella di un candidato di Fratelli d'Italia, Magdi Faltas, egiziano di religione copta che presiede l'Unione della Comunità Euro-egiziane in Italia. Sulla moschea propone: «Si può fare un grande centro, se si coinvolge l'università di Al Azhar del Cairo». «Ci sarebbe un imam fidato».

Di ambiguità è invece accusato Ramadan, scrittore ginevrino di origini egiziane e nipote di Al Banna, fondatore dei Fratelli musulmani. Osannato dalle masse arabe e contestato dalle comunità ebraiche, come quella di Milano che oggi conferma le perplessità. «Faccio mio - dice il portavoce della sinagoga Beth Shlomo, Davide Romano - il pensiero del premier francese Manuel Valls che in risposta alla sua richiesta di cittadinanza francese ha detto: Quando si aspira ad essere francesi, bisogna aspirare e condividere determinati valori. Ramadan manda un messaggio contraddittorio. Dalle sue affermazioni non elimina mai alcune, pesanti ambiguità e proprio tali ambiguità sono il terreno su cui potrebbero attecchire violenza e radicalizzazione».

Le preoccupazioni, politicamente parlando, sono trasversali. «È significativo - dice per esempio Matteo Forte, consigliere comunale centrista - che nell'ultimo giorno di campagna elettorale il Caim, che è pancia a terra per Sumaya Abdel Qader, sua diretta espressione, organizzi un convegno in cui si invita Ramadan, nipote del fondatore dei Fratelli musulmani ma anche foraggiato dal Qatar». Il capolista di «Milano popolare», Maurizio Lupi, parlando del voto avevadetto: «È una vergogna che ci sia chi rappresenta i Fratelli musulmani». Forte, che con Lupi si candida, spiega: «Si pone una questione. Il Pd vuole portare avanti questo islam politico? Questa è sottomissione, ben rappresentata dalla foto dell'incontro cui Sumaya ha partecipato».

«La campagna - conclude Forte - si conclude con un incontro che si inserisce in una serie di reti e relazioni che hanno una storia ben precisa, la storia dell'islamismo politico che ha la finalità di islamizzare l'Europa. Il Pd che ne pensa? E il candidato che pensa?». Sala non si sa, ma pare che il segretario Pd Pietro Bussolati abbia negato la partecipazione ai candidati.

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